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Una culla termica davanti a un ospedale, una segnale acustico che annuncia che è stato deposto un neonato: è questo il progetto «Ninna ho» (www.ninnaho.org) della Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e del Network KPMG in Italia, nato nel 2008 contro l'abbandono neonatale, che ha ricevuto il Patrocinio del Ministero della Salute e della Società Italiana di Neonatologia (SIN). Queste culle si trovano a Napoli, Milano, Firenze, Padova, Parma, Roma e Varese. E proprio a Napoli per la seconda volta in pochi mesi è stato abbandonato un neonato nella culla «Ninna ho», del Policlinico Federico II. Si tratta di una bambina di cinque mesi, affetta da sindrome di Down e proveniente probabilmente dell’Est Europa. Era bene curata e vestita, con un pupazzetto accanto, e in buone condizioni di salute. Evidentemente i suoi genitori hanno avuto un ripensamento, e hanno deciso di rinunciare a lei. Per la bimba ora si dovrà trovare una famiglia adottiva. L'obiettivo di «ninna ho» è quello di diffondere, a tutte le donne, il messaggio contenuto nella Normativa italiana (DPR 396/2000) che consente alle future mamme, italiane o straniere in grave difficoltà, di poter partorire in anonimato e sicurezza presso tutte le strutture ospedaliere pubbliche, e di rinunciare al bambino. E qualora il parto non sia avvenuto in ospedale, e la madre abbai troppo vergogna a mostrare il proprio volto, queste culle servono a scongiurare i drammatici casi di bambini abbandonati nei cassonetti e che non ce la fanno a sopravvivere.



