In una coppia omosessuale, uno dei due potrà adottare il figlio dell'altro. Lo ha deciso la Corte europea per i diritti dell'uomo con una sentenza che arriva dopo un ricorso presentato da una coppia di donne austriache. Poiché in Austria l'adozione dei figli dei compagni è possibile per le coppie eterosessuali non sposate, le due donne, cui è stata negata questa possibilità, si sono rivolte alla Corte di Strasburgo accusando lo Stato austriaco di aver violato i loro diritti e di averle descriminate sulla base del loro orientamento sessuale.

Nella sentenza, che accoglie il loro ricorso, la Corte ha dichiarato che «il Governo non ha fornito ragioni convincenti proprie a dimostrare che la differenza di trattamento era necessaria per la conservazione della famiglia o tutela degli interessi del minore».

«Ancora una volta le sentenze della Corte di Strasburgo vanno a decostruire modelli antropologici fondamentali per la società e che sono radicati nella memoria e nel presente», commenta Paola Ricci Sindoni, Vicepresidente Vicario dell’Associazione Scienza & Vita, a margine della sentenza sulle adozioni ai gay. «In questo momento particolare, in Italia si confondono le richieste degli adulti con i diritti dei bambini, buttando in pasto alla campagna elettorale argomenti complessi senza che vi sia un adeguato dibattito all’interno del Paese. Ristabiliamo un confronto sereno e privo di ideologie, restituendo alla società civile ciò che è della società civile e che viene prima delle sentenze dei tribunali e delle diatribe parlamentari: un bambino ha bisogno di un padre e di una madre, senza interpolazioni surrettizie».