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Un uomo accoltella alle spalle una donna che sta camminando in una zona molto frequentata della città di Milano. Il responsabile di questo gesto assurdo ora ha un nome, dopo aver avuto per diverse ore soltanto un volto. Nelle sue prime dichiarazioni rese pubbliche, afferma di aver voluto colpire il cuore economico della città ma di fatto ha quasi ucciso una donna che è finita in codice rosso all'ospedale. Le parole dell'aggressore ci lasciano disarmati, dichiara che la scelta della sua vittima è stata totalmente casuale. Cercava il modo di esprimere la sua rabbia e frustrazione e ha deciso dove agire, tutto il resto è stata solo una combinazione casuale e a farne le spese è stata una giovane donna che in quell'istante si è trovata sul suo cammino. Questo fatto ci mette di fronte all'imprevedibilità della vita. Ogni giorno la tocchiamo con mano in quello che ci accade ma di fronte a un fatto così eclatante lo stordimento è totale. Ognuno di noi o dei nostri figli avrebbe potuto trovarsi in quel luogo a quell'ora e divenire vittima inconsapevole di un'aggressione.
La cronaca ci rende noti ogni giorno fatti i simili tanto da far sorge il sospetto che il parlarne faccia da ispirazione a menti disturbate. La sensazione è che sempre più persone abbiano perso di vista il confine tra il bene e il male, abbiano dimenticato la legge morale, i comandamenti e qualsiasi altro riferimento universale che definisca il limite tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.Una domanda cruciale che resta a noi genitori è. Come parlare di tutto questo con i nostri figli? Come educarli alla fiducia negli altri senza negare la verità del male? La tentazione di virare nel territorii dell'ipercontrollo è alta, limitare il loro campo d'azione e moltiplicare i dispositivi di controllo, ma in quanto educatori lo sforzo che non dobbiamo mai stancarci di fare è quello di costruire comunità fondate sul reciproco aiuto. Purtroppo è molto difficile prevenire il male, specie in casi come questi, ma ciò nonostante. La speranza deve guidare il nostro ruolo di genitori ed educatori. Immagino lo sconvolgimento della persona che ha soccorso per prima la donna pugnalata. Non sarà stato certo facile per lui o lei starle accanto, ma il suo fermarsi, per quanto purtroppo non potrà cancellare mai il gesto assurdo subito dalla vittima, sarà stato comunque un gesto di solidarietà importante. Teniamoci stretti per testimoniare tutto il bene possibile, di come, di fronte al male che accade, gli uomini sono anche capaci di prendersi cura.



