Vorrei portare l’ attenzione dei lettori su una tendenza che riguarda la scuola di oggi. Non mi rivolgo all’insegnante ma alle mamme e ovviamente ai papà perché penso che dovrebbero essere i primi a preoccuparsene. Mi riferisco al fatto che ormai - sto parlando delle elementari (perché ho un figlio in terza e uno in quinta) - ma mi dicono che questo vale anche dopo - è tutto un susseguirsi di progetti speciali! Educazione all’alimentazione, alla legalità, alla sicurezza stradale, per non parlare dell’ecologia, che ormai è la religione dei nostri tempi, perfetta perché condivisibile da tutti. Ma non stiamo esagerando? In fondo a scuola si va prima di tutto per imparare a leggere, scrivere, far di conto, magari con le vecchie e utilissime tabelline. Lo so che mi attirerò qualche critica, ma credo che si capisca che cosa voglio dire.

TIZIANO

— Caro Tiziano, non so se ti attirerai qualche critica ma ti posso dire che la tua preoccupazione attirerebbe invece il plauso di Francesca Rigotti, docente alla Facoltà di Comunicazione della Svizzera italiana, che al recente Festival dell’educazione di Rovereto ha puntato il dito con toni molto decisi proprio sul fatto che per “tutti i problemi di malaffare e i malanni del mondo”, la soluzione proposta è una sola: educare le giovani generazioni. «E così, invece delle regole della grammatica e dell’analisi logica», diceva, «si insegnano legalità e alimentazione biologica; invece delle tabelline e delle poesie a memoria, educazione stradale e rispetto delle regole del vivere civile». Che tra l’altro non è detto che, attraverso l’insegnamento scolastico, vengano digerite meglio che con il vecchio sistema dell’esempio vissuto. Non a caso Francesca Rigotti citava il grande rispetto per la natura che in prima persona ha assorbito facendo la scout sin dalla più tenera età. L’invito, forse provocatorio, ma utile, è a non trasformare i bambini in una sorta di supereroi con il compito di salvare il mondo, investendoli di carichi di responsabilità pesantissimi e ingiustificati, ma ad assumersi le responsabilità di adulti e cominciare a correggere noi stessi.