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Sono una ragazza di 20 anni che vorrebbe condividere questo messaggio sulla Maturità. Ho sempre pensato la scuola come un trampolino di lancio, un qualcosa che mi sostenesse e mi desse forza, invece ho capito che ti porta in un altro mondo in cui nessuno crede veramente in te. Lasciare il Liceo non mi ha fatto male; l’ansia, la perdita di appetito e i pianti, che sono stati utili quanto evitabili, per votazioni di base senza nessuna logica, ma solo per un po’ di simpatia ed estroversione. Non è bello generalizzare, ma mi sembra che i professori non si ricordino più cosa significhi essere studenti e non perseguono l’idea di insegnare e di dare giudizi oggettivi. Ogni anno, durante la maturità, è come se si dimenticassero chi sei, il tuo percorso svolto, tant’è vero che il ragazzo espansivo, mancante di presenze e voglia di studiare viene prediletto. È esasperante, snervante, pensare di aver dato il tuo meglio, invece ti ritrovi con lo stesso voto sso per tutto il periodo scolastico, sei consapevole del tuo progresso, i compagni ne sono coscienti, ma i professori ti classi cano solo in una determinata media. Studenti che danno l’anima, migliorano e vengono poi “buttati” ed eguagliati a chi non si è mai impegnato per cinque anni. Ma perché sono rese possibili tali ingiustizie? Questo non vale per tutti i professori, anzi auguro a tutti di avere, almeno una volta nella vita, un insegnante che ama talmente il suo lavoro, da essere capace di trasmettere la sua passione senza pregiudizi verso nessuno.
ELISA T. – MISSAGLIA (LECCO)
In effetti, a volte la Maturità sembra più un terno al lotto che una valutazione oggettiva dell’apprendimento. Non sempre si tiene abbastanza conto dell’impegno e del rendimento degli anni precedenti. Anche se, in realtà, negli anni si è cercato in vari modi di porre qualche rimedio. Credo che, in ogni caso, sia importante far tesoro di ciò che veramente conta e di cui tutti i giovani hanno fatto esperienza. Mi riferisco alla formazione umana che si è ricevuta, anche grazie all’impegno nello studio (benché non sempre sia riconosciuto davvero). E in secondo luogo alla passione che qualche insegnante ha saputo trasmettere, come scrivi anche tu, cara Elisa. Grazie a questo bagaglio, che va al di là delle nozioni, sia importante per il resto della vita. D’altra parte, lo studio e la formazione, professionali ma anche umani e spirituali, non si concludono con la Maturità, ma dovrebbero proseguire tutta la vita. Tutti noi, giovani e meno giovani, non dobbiamo smettere di leggere, studiare, approfondire, coltivare interessi, aprire la mente e il cuore alla bellezza e al bene. Ne va della nostra serenità e della nostra stessa umanità.



