Bologna sta vivendo un autunno particolarmente intenso e ricco di eventi religiosi. In attesa della visita pastorale di Papa Francesco, il 1 ottobre, si avvia alla conclusione il Congresso eucaristico diocesano che delinea il futuro della chiesa bolognese. Serrato il ritmo degli eventi conclusivi. Tra questi, molto attesa la visita del patriarca Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli, preceduto dalla sua fama di uomo di pace, protagonista del dialogo, distintosi per la difesa dell’ambiente e dei cristiani perseguitati.

Non è la prima volta che il patriarca Bartolomeo viene a Bologna. Già nel 2005 fu accolto dall’allora arcivescovo cardinale Caffarra, ma la visita attuale assume un significato particolarmente rilevante non solo perché si protrae per tre giorni, precedendo di poco l’arrivo del Papa, ma in quanto inserita a pieno titolo nel percorso del congresso.

Tra i momenti più emblematici la Meditazione sul tema “Lo Spirito Santo nel mistero della liturgia della Chiesa” tenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 13 settembre, davanti a tutto il clero bolognese riunito nella tradizionale Tre giorni, che ieri è stata aperta dal presidente della Cei monsignor Gualtiero Bassetti.

Nel pomeriggio il patriarca terrà una Lectio magistralis sul tema della salvaguardia dell’ambiente e della vita davanti all’ Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna che gli conferirà la cittadinanza regionale onoraria e gli donerà un mosaico realizzato dai mosaicisti di Ravenna.

Domani il momento culminante della visita. Alle 10, nella cattedrale di San Pietro, il patriarca Bartolomeo celebrerà la Divina Liturgia della Esaltazione della Santa Croce alla presenza dell’arcivescovo Matteo Zuppi e di tutti i sacerdoti bolognesi.

Ovviamente non sarà possibile la concelebrazione né i cattolici potranno accostarsi all’Eucarestia celebrata con rito ortodosso, visto che il processo di unificazione delle due chiese non è compiuto, ma questo avvenimento, accolto come “una grazia”, citando le parole di don Stefano Ottani, vicario generale della diocesi, viene visto e interpretato come “una conferma e un rilancio della prospettiva ecumenica”.