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Di questi tempi era una certezza nelle previsioni meteo. Un giorno poteva esserci il sole, l'altro la pioggia, l'altro ancora persino la neve. Solo una cosa non cambiava mai, per la "gioia" degli automobilisti: i banchi di nebbia in Val Padana. Ma molti bambini di oggi quella nebbia che faceva sì che, come cantavano Cochi e Renato, "le strade non finiscono, gli incroci non si vedono, i semafori non servono" non l'hanno mai vista se non in Tv celebrata dagli sketch di Totò e Peppino De Filippo in arrivo a Milano e da Paolo-Villaggio Fantozzi durante una "tragica" partita di tennis con il ragionier Filini.
Questa constatazione empirica è ora corroborata anche da uno studio ventennale dell'Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (ISAC-Cnr) di Bologna. Dagli anni ’90 a oggi sono diminuiti di circa il 50 per cento gli episodi di nebbia nella Pianura Padana. Gli autori dello studio non hanno ancora una risposta definitiva sulle cause. L'indiziato principale è il generale surriscaldamento del clima del pianeta. Pare infatti che la nebbia sia a rischio di estinzione anche in altre parti del globo che l'hanno ospitata per secoli, come le valli centrali della California.
La notizia, però ha un risvolto positivo: “Negli ultimi decenni anche la concentrazione di inquinanti nelle goccioline di nebbia si è parallelamente ridotta, di circa l’80%", spiega Sandro Fuzzi, responsabile della ricerca, "riflettendo una riduzione delle emissioni dei principali inquinanti: anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, rispettivamente del 90%, 44% e 31%, esoprattutto sono diminuite le emissioni acidificanti portando l’acidità della nebbia in condizioni prossime alla neutralità". A questo punto, però, sorge un dubbio: se c'è meno nebbia perché aumenta la temperatura e se l'aumento della temperatura è causato dall'inquinamento, perché la nebbia rimasta è più pulita? "La risposta è molto semplice, aggiunge Fuzzi: gli inquinanti responsabili dell'aumento della temperatura, come l'anidride carbonica, sono diversi da quelli che incidono sulla qualità dell'aria".



