PHOTO
Laura e il marito si sono seduti a marzo intorno a un tavolo per organizzare l’estate di Francesco, 7 anni. «Abbiamo cercato l’attività più adatta – il centro estivo del Comune collegato al nido e alla materna del paesino in cui viviamo perché fosse un’esperienza piccola per piccoli (tre settimane) – e un campus sportivo per arrivare a fine estate (altre due). In mezzo, le ferie a settimane alternate – lasciandone una tutti insieme – per coprire questo lunghissimo periodo senza la scuola». Risultato? «Mille e passa euro spesi, un livello di stress indescrivibile e una domanda di fondo: ma è questa la famiglia? Passare la vita a organizzare?». Essì che Laura avrebbe i nonni vicini a cui potersi appoggiare: «Un giorno, va bene, ma non di più. Posso chiedere a mia madre che ha 76 anni e a mio padre che ne ha 82 di intrattenere un bambino di sette? O rischiare che venga parcheggiato tutto il giorno davanti agli schermi?».
Marta, per sopravvivere allo stress dell’estate e ai costi folli, non avendo nonni in città, per Libero e Diana ha scelto tutt’altra strada quest’anno: «Una settimana di mare e una di montagna con me e in più la bimba ne ha fatta un’altra con la ginnastica artistica a Rimini. Per il resto, casa quand’ero in smart working o col papà in ditta se non c’ero io». Il vantaggio? «Compiti finiti e 2.000 euro risparmiati. Mamma “esaurita” e... bimbi un po’ annoiati».



