Mercoledì è stato pubblicato il video della bodycam degli agenti durante l’arresto di Luigi Mangione, il ragazzo americano accusato del delitto di Brian Thompson. Ad un anno dall’omicidio, il caso è entrato nelle fasi cruciali dell’iter giudiziario. Sono in corso infatti udienze fondamentali per decidere quali prove potranno essere utilizzate in aula. È necessario ricostruire la vicenda. Il 4 dicembre 2024 il CEO della compagnia assicurativa UnitedHealthcare, Brian Thompson, fu ucciso a colpi di pistola fuori dall’Hotel Hilton di New York, in un agguato che appariva mirato. Pochi giorni dopo, il 9 dicembre, Mangione viene arrestato in un McDonald’s ad Altoona, Pennsylvania, dove fu trovato in possesso di una pistola creata con una stampante 3D, un silenziatore e un manifesto critico contro il sistema sanitario statunitense. Ma con quale movente il ragazzo avrebbe ucciso Thompson? Sembrerebbe che Mangione soffrisse di forti dolori alla schiena e avesse sviluppato un forte sentimento di rancore nei confronti dell’industria assicurativa, arrivando a definire i suoi dirigenti “parassiti”.

Mangione è attualmente detenuto e sta affrontando le udienze preliminari che determineranno l’esito del suo processo, con la difesa che punta molto sui vizi procedurali dell’arresto. Gli avvocati dell’accusato stanno cercando di far escludere alcune prove chiave (come la pistola e gli appunti trovati nello zaino), sostenendo che la perquisizione sia avvenuta senza un mandato valido e violando i diritti dell’imputato.

Nel video catturato dalla polizia si chiarisce la dinamica. Nella ripresa si vedono gli agenti della polizia che si avvicinano al tavolo del fast food dove il presunto killer sta mangiando da solo, con un pc portatile e la mascherina chirurgica sul volto. L’approccio iniziale è tranquillo, ma la tensione cresce rapidamente. Quando gli viene chiesto chi sia, risponde con tono calmo: “Mark Rosario”, un nome fittizio, mentre porge un documento falso ai poliziotti. Il passaggio che ha colpito di più l'opinione pubblica è la sua reazione quando gli agenti iniziano a perquisirlo e gli chiedono se c'è qualcosa nello zaino che dovrebbero sapere (lì dentro c'erano la pistola e il silenziatore). Invece di inventare scuse o agitarsi, Mangione risponde lucidamente:

«I'm just gonna remain silent» (Intendo rimanere in silenzio).

Questa frase dimostra una notevole freddezza e conoscenza dei propri diritti legali, un dettaglio che l'accusa sta usando per dipingerlo come calcolatore e non come un folle in preda al panico.

Il caso continua a dividere l'America. Mentre l'accusa lo dipinge come un assassino a sangue freddo, una parte dell'opinione pubblica (specialmente online) lo ha elevato a simbolo di protesta contro le iniquità del sistema sanitario USA, usando hashtag come "Free Luigi".