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Il mio secondo figlio di 15 anni nel secondo quadrimestre di scuola ha avuto un calo molto evidente della voglia di studiare e, di conseguenza, del profitto.
Tutto questo ha coinciso con il fatto che ha iniziato a frequentare ragazzi della scuola con cui aveva trascorso un weekend in montagna organizzato da alcuni docenti. Con loro, un pomeriggio si è ubriacato al parco. In quell’occasione, quando gli ho chiesto se avesse anche fumato cannabis, mi ha risposto: “Oggi no”.
Nei giorni seguenti ne abbiamo riparlato e lui mi ha confermato che nel gruppo di amici quasi tutti fumano cannabis, ma che lui non lo fa. Io nutro il dubbio che mi dica ciò che voglio sentire e che anche lui ogni tanto dia dei tiri a quelle maledette canne. La situazione mi ha veramente messo in uno stato di confusione e mi domando se esiste un modo certo per cui un genitore possa accertarsi se un figlio usa sostanze psicotrope oppure no.
VIOLA
Cara Viola, non ci sono modi certi per capire se un figlio fa uso di cannabinoidi se non la ricerca di cannabinoidi nelle urine, attraverso un kit specifico che è reperibile in farmacia.
oltissimi genitori che nutrono i tuoi stessi dubbi, in realtà, non arrivano a fare ricorso al kit diagnostico, perché sentono di essere in grado di affrontare la questione mantenendo aperta la relazione e il dialogo con il proprio figlio e verificando le condizioni generali cui rientra a casa al termine delle sue uscite con gli amici, nel fine settimana.
Questa modalità educativa coincide con la formulazione di un contratto con il proprio figlio, a cui mettono a disposizione un’aumentata libertà a patto che quel figlio si dimostri disponibile a garantire che non farà uso di droghe.
Nei casi in cui il genitore sospetta che la fiducia accordata al figlio sia poi stata usata per sperimentare sostanze psicotrope, si può prospettare al figlio stesso che nelle settimane seguenti verrà eseguito un test in un giorno a caso per sincerarsi che l’accordo fatto con la famiglia sia stato rispettato.
Tale evenienza viene ritenuta possibile laddove ci si rende conto che il figlio ha avuto episodi di perdita di controllo su alcol o cannabis.
A te, cara Viola, dico che nessuno potrà dirti qual è la cosa giusta da fare. Io, come padre di quattro figli adolescenti, non ho mai sentito il bisogno di sottoporli a un test di questo tipo. Ma lavorando con alcuni ragazzi e con i loro genitori, a volte ho ritenuto necessario proporre anche questa evenienza.
Per approfondire il tema, ti consiglio di leggere il bel libro di Furio Ravera Anime adolescenti (Salani ed.) e quello di Laura Pigozzi L’età dello sballo. Giovani, droghe, psicofarmaci tra conformismo e dipendenza (Rizzoli ed.).



