Ottobre, un mese dai repentini cambi di temperatura che possono influire sul nostro benessere e favorire le prime infreddature.
Per alcuni la sinusite è un appuntamento fisso stagionale, per altri è un malanno passeggero che si manifesta in seguito a un banale raffreddore. Sommate assieme, le forme acute e croniche fanno di questo disturbo uno dei più frequenti del periodo autunno-inverno e si stima che quasi una persona su sette ne sia colpita ogni anno. La sinusite viene talvolta trascurata e molto spesso ci si rivolge al medico solo quando l’infezione è così avanzata da richiedere un intervento drastico immediato.
Per risolvere proprio i problemi di respirazione dovuti alla sinusite, da qualche anno vi è anche una tecnica ambulatoriale, la cosiddetta Balloon sinuplasty. Non prevede l’uso del bisturi, ma solo quello di una sonda e di un catetere alla cui estremità è attaccato un palloncino. Dopo aver introdotto nel seno paranasale malato la sonda e il catetere, si gonfi a leggermente il palloncino: la pressione che questo provoca sulle pareti farà in modo che allargando la porta d’ingresso della cavità il muco in eccesso defluisca liberando finalmente il paziente
Per parlare di sinusite lo spazio dedicato alla salute e al benessere di Tv2000 ospita il professor Stefano Di Girolamo, responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale di Audiologia e Foniatria del policlinico Tor Vergata di Roma.

Professore, che cosa è la sinusite e quali sono i sintomi?
«La sinusite o meglio ancora la rinosinusite, è un’infiammazione acuta o cronica del naso e dei seni paranasali. I seni paranasali sono normalmente pieni di aria e le pareti sono rivestite da muco che è in continuo movimento tra i seni e il naso attraverso delle “porte” che ne permettono l’eliminazione. Quando questi meccanismi di scambio si alterano, il muco tende a ristagnare all’interno di queste strutture infettandosi, da qui la temuta sinusite. I sintomi sono vari, e tra i più comuni abbiamo: dolore in corrispondenza del secrezioni, ostruzione nasale, difficoltà nel percepire gli odori, a volte febbre. In molti casi le sinusiti sono definite acute, in altri, quando i sintomi persistono per più di tre mesi, “croniche”».
Ci sono fattori di rischio?
«I fattori anatomici sono i primi a essere incriminati: deviazioni settali, ipertrofi a dei turbinati. Un grande ruolo è assunto poi dall’allergia e dal fumo di sigaretta. I pazienti allergici sono sicuramente i primi colpiti dalla sinusite, insieme ai pazienti portatori di malattie come fi brosi cistica o mucoviscidosi».
Quali sono gli esami diagnostici?
«Dopo la fase dell’anamnesi, che dà il giusto inquadramento dell’esordio e delle caratteristiche dei sintomi, lo specialista passerà a eseguire alcuni esami: rinoscopia anteriore, endoscopia a fi bre ottiche,
rinomanometria, per concludere poi il tutto con una Tac dei seni paranasali, irrinunciabile per una diagnosi certa e soprattutto nel caso in cui si voglia programmare un intervento chirurgico».
Nei bambini la patologia è più difficile da diagnosticare?
«Nel bambino sotto i sei anni si sospetta un coinvolgimento dei seni paranasali se
la sintomatologia non si autolimita nel giro di pochi giorni e se si associa a tosse diurna e notturna e alitosi. L’esame obiettivo non differisce dal quadro della comune rinite».
Come rinforzare il sistema immunitario, soprattutto in questo periodo di inizio autunno?
«Esistono numerosi immunostimolanti sul mercato, in grado di aiutare bambini e adulti a “superare l’inverno” anche se, quando i fattori che ho nominato prima prendono il sopravvento, a poco servono le semplici terapie mediche nel prevenire la sinusite».
Come si cura la sinusite?
«Il primo approccio è sicuramente medico. Si è visto come gli antistaminici per via orale e gli steroidi nasali siano validi alleati nel combattere queste patologie. Nelle sinusiti acute batteriche indispensabile sarà la terapia antibiotica al fi ne di evitare spiacevoli complicanze. Eliminare i fattori
predisponenti, cambiare stile di vita o evitare di esporsi a inalanti irritanti può essere una scelta saggia. Spesso, però, l’unica terapia veramente risolutiva, soprattutto nelle forme recidivanti o croniche, è quella chirurgica»
Le nuove tecniche, dunque, sono mini invasive?
«Le tecniche mini invasive permettono un periodo di ricovero post operatorio più breve, con meno dolore e minore spesa sanitaria. L’approccio esclusivamente endoscopico e i nuovi strumenti chirurgici
rendono il post operatorio molto più sopportabile. La ripresa di una vita lavorativa
normale è pressoché immediata, non vengono, se non in casi selezionati, utilizzati tamponi nasali e il paziente avverte subito un notevole miglioramento. Nei pazienti più giovani o in casi non particolarmente complicati l’intervento può essere eseguito anche in anestesia locale, sempre considerando lo stato di salute generale».
Come possiamo prevenirla?
«Può aiutare fare attività fisica, bere molta acqua, evitare tabacco e luoghi dove si fuma. E un soggetto allergico non deve dimenticare di assumere regolarmente i farmaci per la sua patologia».