I primi a tornare sui banchi di scuola quest’anno sono stati gli studenti della provincia autonoma di Bolzano lo scorso 5 settembre. A partire da oggi 11 settembre, e a seguire nei prossimi giorni della settimana, saranno oltre 8 milioni e seicentomila i ragazzi e le ragazze dell’intero Stivale che ascolteranno nuovamente il suono della campanella. Insieme a loro oltre 800 mila docenti, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione. Molti dei quali ancora precari. Nei primi giorni di settembre, durante le riunioni di programmazione tra insegnanti, la perplessità ha regnato sovrana: in alcuni consigli di classe di scuole medie del Nord, infatti, soltanto due i professori presenti, otto le sedie vuote. Da programmare, in effetti, c’era ben poco. Carenze soprattutto tra docenti di sostegno, matematica e lingue.

Le stime dei sindacati parlano di almeno centomila supplenti in tutto. Basta una semplice addizione: delle 52 mila assunzioni promesse dal Miur entro agosto, soltanto 30 mila sono andate a meta, causa graduatorie ad esaurimento esaurite e scarso numero di vincitori dell’ultimo concorso a cattedra. Quindi 22 mila i posti da assegnare. A questi si aggiungono 15 mila cattedre che dovevano essere destinate all’organico di diritto, dunque necessitare di docenti immessi in ruolo, e invece sono rimaste meta dell’organico di fatto, cioè dei precari, per mancata copertura finanziaria. Da sommare  ancora i 40 mila posti di sostegno in deroga, cioè resi necessari soltanto a inizio anno scolastico in seguito alle sentenze dei tribunali mosse dai ricorsi delle famiglie. Per finire i 10 mila professori che avranno spezzoni di cattedra e i 13 mila che chiederanno part-time, congedi, aspettative familiari o che faranno un dottorato di ricerca. I conti tornano. Per restringere la visuale, saranno circa 15 mila i supplenti che quest’anno lavoreranno nelle scuola lombarde.

Intanto fervono i lavori nelle segreterie, alle prese con nomine da effettuare e graduatorie di seconda e terza fascia del triennio 2017/2020 ancora non definitive. In mancanza d’altro, dunque, due le soluzioni attualmente in atto: nominare dalle liste del triennio precedente oppure da quelle nuove ma provvisorie. In entrambi i casi il risultato non cambia: i precari arriveranno sì in aula, ma per pochissimo tempo, fino all’avente diritto, cioè fino a quando non si potrà dare l’incarico al legittimo destinatario. Col risultato di un balletto di docenti nel giro di qualche settimana. Sarà la danza dei più precari tra i precari, sotto gli occhi dei poveri malcapitati studenti. 


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