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Si chiama Pietro Busi e viene da Broni in provincia di Pavia. Con i suoi soli 13 anni ha fatto il gesto più natalizio che si possa fare. Ha donato la sua paghetta (150 euro) all'associazione Amref, una onlus che sostiene progetti di sviluppo in Africa. E lo ha fatto perché sa di essere un bambino fortunato. Per lui a Natale arriveranno dei regali e può quindi rinunciare ai suoi risparmi per aiutare i bambini africani. Si è recato sabato al banchetto dell'associazione allestito nella piazza del suo paese e e ha portato la busta e si è poi fatto fotografare subito dopo aver fatto la sua donazione. Il gesto ha colpito i volontari e la sua foto e il racconto di questa piccola prova di generosità è apparsa sulla Provincia Pavese.
Questa è la parte bella della storia. E potremmo fermarci qua. Ma per dovere di cronaca ecco il lato antipatico della vicenda. Sulla pagina Facebook della Provincia Pavese tra i commenti positivi al gesto del tredicenne si aggiungono le parole sgradevoli dei soliti professionisti del pessimismo, dell'ignoranza e del razzismo: «Aiuta i bambini italiani prima» scrive Debby e c'è anche Maria M. con «Bravo ragazzo molto di buon cuore, ma quei soldi forse non arriveranno in Africa e se arrivano dopo quel bambino che aiuti fra 20 anni te lo ritrovi qua dietro la porta per dagli da mangiare e dormire», mentre aggiunge Stefano: «Xke quando si tratta di un bambino italiano non siete tutti così pronti ad aiutare ! Siete indifferenti ! Basta che il bambino sia colorato allora iniziate tutti ! Ahhhh povero bambino di qua povero bambino di la. Il razzismo in Italia l avete creato voi finti buonisti ma nei confronti di noi italiani !».
Inutile aggiungere altre parole o riflessioni da parte nostra. Sappiamo troppo bene che la beneficenza e l'altruismo non hanno colore e sono utili non solo a chi riceve. Da parte nostra un «Bravo Pietro, continua così, dai il buon esempio, coinvolgi i tuoi amici a fare del bene in qualunque modo preferiscano e non ti curare di chi deve sempre sempre fare polemiche inutili».
Questa è la parte bella della storia. E potremmo fermarci qua. Ma per dovere di cronaca ecco il lato antipatico della vicenda. Sulla pagina Facebook della Provincia Pavese tra i commenti positivi al gesto del tredicenne si aggiungono le parole sgradevoli dei soliti professionisti del pessimismo, dell'ignoranza e del razzismo: «Aiuta i bambini italiani prima» scrive Debby e c'è anche Maria M. con «Bravo ragazzo molto di buon cuore, ma quei soldi forse non arriveranno in Africa e se arrivano dopo quel bambino che aiuti fra 20 anni te lo ritrovi qua dietro la porta per dagli da mangiare e dormire», mentre aggiunge Stefano: «Xke quando si tratta di un bambino italiano non siete tutti così pronti ad aiutare ! Siete indifferenti ! Basta che il bambino sia colorato allora iniziate tutti ! Ahhhh povero bambino di qua povero bambino di la. Il razzismo in Italia l avete creato voi finti buonisti ma nei confronti di noi italiani !».
Inutile aggiungere altre parole o riflessioni da parte nostra. Sappiamo troppo bene che la beneficenza e l'altruismo non hanno colore e sono utili non solo a chi riceve. Da parte nostra un «Bravo Pietro, continua così, dai il buon esempio, coinvolgi i tuoi amici a fare del bene in qualunque modo preferiscano e non ti curare di chi deve sempre sempre fare polemiche inutili».



