Le fonti rinnovabili - geotermico, eolico, solare, biomasse, moto ondoso - permettono di portare elettricità e sviluppo ovunque. Per esempio, in un villaggio sulle Ande, a Ollagu, in Cile, 300 contadini che di notte rimanevano al buio e oggi hanno un impianto che garantisce energia pulita 24 ore il giorno. Oppure il Barefoot College, in India, una scuola che si rivolge a donne analfabete o illetterate dei villaggi rurali e poverissimi, alimentata a energia solare, è ubicata nel villaggio indiano di Tilonia, nel Rajasthan, e serve una popolazione di oltre 125.000 abitanti, sviluppa un programma di formazione che permette a donne che provengono da contesti di disagio di diventare tecnici del solare e combattere la povertà energetica nei loro villaggi. Sono tutti esempi di innovazione per l'ambiente, dove è possibile lavorare a fianco delle comunità locali, anche nel campo de cibo e dell'agricoltura. Per esempio nella valle del Curibamba in Perù, dove si assiste a un doppio investimento tecnologico: una nuova centrale idroelettrica e un progetto per una piantagione di caffè più tecnologica e competitiva.
Lo scopriamo all'Expo, nel padiglione dell'Enel, multinazionale che non poteva non essere presente in un'Esposizione Universale il cui tema è "Nutrire il pianeta - Energia per la vita". L'azienda, che ha di recente avuto da Renzi l'incarico di sviluppare la banda larga in tutta Italia, è presente in 31 Paesi, ha 69 mila dipendenti, e nei prossimi 5 anni investirà 18 miliardi di euro per la crescita energetico-industriale, con 61 milioni di clienti ai quali dedica soluzioni personalizzate, e 1,9 milioni di km di linee elettriche, cioè 47,5 volte il giro del mondo. In tema di "energia per la vita", è uno dei maggiori attori nelle fonti rinnovabili, con il 33% di produzione "green", pari al fabbisogno di oltre 35 milioni di famiglie. Un impegno nelle rinnovabili che si traduce in progetti interessanti: per esempio, la R115 è una macchina che cattura l'energia in fondo al mare e a pieno regime soddisferà il bisogno energetico di 80 famiglie. La centrale di Corni, vicino a Pisa, secondo quanto annunciato all'Expo, è la prima al mondo dove si impiegano le biomasse ricavate dal l'agricoltura per surriscaldare il vapore geotermico, con un risparmio di 17.000 tonnellate di CO2 l'anno. 
Poi c'è la tecnologia che cattura il sole. Oggi la sua energia è sfruttata meglio grazie alla ricerca sui pannelli fotovoltaici: se nel 1883 la prima cella solare aveva un'efficienza dell'1 per cento, oggi i modelli più innovativi rendono più del 20. Il solare termico può scaldare fino al 70 per cento dell'acqua calda che serve in casa, dando un taglio alla bolletta e alle emissioni di CO2. Non solo. E grazie alle biomasse, scarti e residui agricoli e forestali diventano utili per generare energia verde: la centrale a biomasse dell'Enel nel Quebec, in Canada, lavora grazie all'energia degli scarti e compensa un milione di tonnellate di CO2 l'anno recuperando scarti di legno. Oppure l'isola di Capraia, nell'arcipelago toscano, copre il proprio fabbisogno elettrico usando anche motori alimentati al 100% da biodiesel. È il calore residuo e recuperato della produzione termoelettrica alimenta spesso attività che ne richiedono una grande quantità, come serre per la produzione di cibo e impianti di itticoltura. 
Sino ad arrivare alle Smart cities che usano tecnologie digitali per migliorare la qualità della vita: reti intelligenti per un uso efficiente di energia e mobilità, integrazione delle "rinnovabili", partecipazione dei cittadini, uso sostenibile delle risorse per abbattere costi e consumi. Anche Expo 2015 è una Smart City. O come il caso estremo dell'Aquila post terremoto, che tra mille difficioltà e inefficienze burocratiche e politiche sta rinascendo anche con un volto "smart", con 50 stazioni pubbliche per ricaricare un'auto elettrica. O come i lampioni "Archilede" per l'illuminazione pubblica delle strade: l'Enel ne ha installati 240 mila nel mondo, con consumi ridotti dell'80 per cento, integrati con telecamere di sicurezza e hotspot Wi-Fi.