Javier Milei ha sorpreso tutti. Contro i pronostici, infatti, che lo davano in calo nei consensi, il presidente dell'Argentina ha trionfato alle elezioni legislative di medio termine che si sono svolte il 26 ottobre. Con un'affluenza del 67,9%, il suo partito La libertad que avanza (Lla) ha ottenuto tra il 41 e il 42% dei voti, davanti a Fuerza Patria, che si è fermato al di sotto del 24,3% e dei 31 seggi, e di altre formazioni che hanno ottenuto risultati modesti.  Lla ha vinto in grandi province come Cordoba, Mendoza, Entre Rios e Santa Fe. Il partito di Milei ha dunque ampliato la sua rappresentanza sia alla Camera dei deputati che al Senato. Dopo i risultati, a congratularsi subito con il presidente argentino è stato l'omologo statunitense Donald Trump, suo grande sostenitore, che attraverso il suo profilo social su Truth, durante il suo tour nei Paesi asiatici, ha parlato di «vittoria schiacchiante».

Un'affermazione così netta di Milei, in effetti, è davvero inaspettata: da quando è entrato in carica nel 2023, lo stravagante e decisamente divisivo ex opinionista televisivo diventato capo di Stato, fiero difensore e fautore di politiche ultraliberiste, ha creato vasto malcontento in molti strati della società con  un piano di drastiche misure di austerità che hanno ridotto l’inflazione arrivata a livelli insostenibili, sfiorando addirittura il 300%, ma non hanno favorito la crescita economica, rimasta debole, hanno portato a una forte svalutazione della moneta locale e spinto, almeno all'inizio, milioni di persone in una condizione di povertà ancora maggiore.

Tra le misure intraprese dal suo Governo, contestatissimi sono stati i tagli alla spesa pubblica, all'istruzione, la sanità, le pensioni. Milei ha congelato gli aumenti degli stipendi e delle pensioni, imposto tagli ai dipendenti pubblici, congelato buona parte dei progetti di infrastrutture pubbliche, ridotto i sussidi per le fasce più povere. Con il suo piano, l'inflazione è calata, ma è ancora bel lontana dai livelli di normalità, e quest'anno la disoccupazione è tornata a salire. 

«Oggi il popolo ha deciso di lasciarsi alle spalle 100 anni di decadenza; oggi inizia la costruzione di una grande Argentina», ha dichiarato trionfante il presidente subito dopo la vittoria elettorale. Gli argentini hanno voluto dargli ancora fiducia. Ma la strada per costruire, come dice Milei, un Paese nuovo si profila decisamente in salita.

(Foto Ansa: il presidente argentino Javier Milei, 53 anni, esulta dopo la vittoria elettorale)