Caccia, cambiamenti cimatici e altri fattori, da soli o combinati: per decenni gli scienziati hanno supposto che l'estinzione dei grandi mammiferi alla fine dell'ultima Era fosse dovuta a queste cause. Una nuova analisi, oggi, suggerisce che diverse specie abbiano "ceduto" in modi diversi e che non c'è apparentemente una spiegazione unica per lo loro estinzione.
Eske Willerslev, biologo evoluzionista dell'università di Copenaghen, insieme con i suoi colleghi ha analizzato nei dettagli la vita delle popolazioni di sei diverse specie, 3 delle quali sono poi sopravvissute, e 3, invece, si sono estinte. I ricercatori hanno utilizzato i dati climatici per calcolare il numero di esemplari e le condizioni dell'habitat di appartenenza di ciascuna specie, e quelli archeologici per stimare in quali aree c'è stato un contatto tra gli essere umani e tali animali. Infine, hanno valutato la diversità genetica di ciascuna specie, analizzando i campioni prelevati dai fossili.
Bene, le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori e che sono state pubblicate su Nature sono sorprendenti: "Le estinzioni sarebbero state frutto del caso". Ogni specie ha reagito diversamente alle pressioni ambientali esterne. Ogni specie, infatti, aveva sperimentato simili, se non più grandi, fluttuazioni climatiche durante le ere glaciali precedenti. La domanda dunque ora è: "Perché, in questo caso, si sono estinti?". Manca ancora la risposta.



