Il titolo del suo ultimo album descrive pienamente lo spirito che anima Fiorella Mannoia: Combattente. Impegnata in campagne sociali e progetti benefici, non si è mai tirata indietro quando ha dovuto esprimere le sue posizioni politiche. «Chi ha avuto la fortuna che ho io deve stare vicino a chi vive nelle difficoltà», dice. «La politica mi interessa, sono sempre stata attenta alla realtà che mi circonda. Non sono l’unica combattente, combattiamo tutti, per un’idea, per un’ingiustizia, per un traguardo, come la protagonista del video della canzone, l’atleta paralimpica Alessia Donizetti, che combatte contro i propri limiti fisici». “Chi non lotta ha comunque perso”, recita la canzone. «Combattere», spiega la Mannoia, «significa dare un senso alla propria vita, è un’esortazione a non lasciarsi abbattere».

Tutto il disco ha un filo conduttore, storie di donne che combattono per affermarsi, alla ricerca della loro identità. Fra tutti, un brano particolarmente significativo è Nessuna conseguenza. Parla di una forma più subdola di violenza alle donne, quella psicologica di uomini che tentano di annullare l’identità della compagna, facendole credere che senza di loro non sono nulla. Ma la protagonista della canzone riesce a liberarsi dal giogo, senza che quella relazione malsana lasci tracce dentro di lei.

La Mannoia di recente, insieme ad altre colleghe cantanti, ha tenuto un concerto all’Arena di Verona dedicato alle donne, i cui proventi (compresi quelli di Cd e Dvd) sono andati ai centri antiviolenza dell’Associazione DiRe. Che altro si può fare contro l’emergenza? «Tutto parte dalla famiglia», risponde la cantante. «I padri devono insegnare ai figli maschi che le donne non sono una proprietà, che gli essere umani meritano rispetto. E una mamma sottomessa non è un buon esempio. Occorre avere ben presente che gli uomini violenti non si cambiano, bisogna andarsene, scappare. Perciò sono fondamentali i centri antiviolenza. Anche la scuola deve affrontare questi argomenti, non minimizzare gli episodi di bullismo».

Fiorella è una portabandiera dei diritti delle donne e la sua canzone Quello che le donne non dicono è famosa da 30 anni. «Il marchio del mio destino», lo definisce lei. «Sono sempre stata vicina alle donne, con loro non ci sono rivalità, ma complicità. Ancora troppo spesso, malgrado i progressi fatti, a rimetterci sono loro».

In questo album è tornata a collaborare con Ivano Fossati, qui in veste di musicista di un testo, La terra da lontano, scritto da lei. «Parlando del nostro pianeta, che metà è alla luce e metà al buio, parlo dell’essere umano, capace di cose meravigliose ma anche terribili. Mi ha sempre commosso la vista della Terra dallo spazio, è il pianeta più bello di tutti e da lontano non vedi le miserie e la povertà». Un’altra bella canzone è Ogni domenica con te, dedicata alla madre della Mannoia, recentemente scomparsa.

«Trascorrevo ogni domenica con lei, potevo saltarne al massimo una, ma era un appuntamento fisso». Che ricordo ha di sua madre? «Mamma mi ha insegnato a essere indipendente, a non abbassare mai la testa, era una combattente e non dipendeva mai da nessuno. Crescendo ho capito che mamma aveva ragione su cose che contestavo nella mia gioventù. Erano pensieri nati dall’amore. A papà devo il senso dell’umorismo, che invece mamma non aveva, e questo sapere ridere di sé stessi e vedere il lato positivo delle cose ti salva la vita. Papà era un musicista dilettante, suonava il clarinetto e amava l’opera lirica. La sera, prima di addormentarmi invece delle fiabe mi raccontava Tosca, Aida, Madama Butterfly, Rigoletto; c’erano tutte donne disgraziate che morivano malamente, e io mi facevo certi pianti».

Nella carriera di Fiorella Mannoia, che ha di recente festeggiato i suoi 40 anni sul palco ed è stata autrice anche della colonna sonora del pluripremiato film Perfetti sconosciuti, è arrivata di recente la partecipazione come attrice a Sette minuti, regia di Michele Placido. Un debutto a sessant’anni: com’è andata con il regista? «Quando Placido mi ha contattato credevo che fosse uno scherzo e all’inizio non ho neanche risposto. L’ho pregato di farmi un provino, lui è venuto a sentirmi a un concerto e ha assicurato che non ce n’era bisogno. Recitare non è poi così diverso dall’interpretare una canzone. Mi sono trovata a mio agio, e se dovesse ricapitare lo rifarei volentieri».

La cantante ha un aspetto magnifico e l’aria di essere soddisfatta della sua vita. Che cosa la fa essere felice? «Felicità è accontentarsi di quello che si ha. Io ringrazio tutti i giorni della mia vita qualcuno lassù che ha fatto in modo che tutto questo succedesse. Sono agnostica, ma a modo mio sono anche molto religiosa e non escludo che qualcuno ci sia. Mi dico che non ho niente di cui lamentarmi. E la curiosità è lo stimolo per mantenersi vivi. Sentirsi coinvolti dalla realtà, farne parte».