Si celebra oggi, 10 febbraio, il Giorno del ricordo, che intende commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. La solennità fu istituita con la legge 92 del 2004 «al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale».

Le foibe - vale la pena ricordarlo - indicano le cavità geologiche tipiche della Venezia Giulia in cui vennero occultate le vittime degli eccidi perpetrati dai partigiani jugoslavi durante e alla fine della seconda guerra mondiale. Pur non essendo dal punto di vista storico del tutto esatto - solo una parte delle vittime finì nelle foibe, molte altre persero la vita nei campi di prigionia - il termine evoca, anche simbolicamente, questa pagina oscura della nostra storia.

La legge istitutiva del Giorno del ricordo prevede una serie di iniziative volte a tenere viva la memoria su questi fatti drammatici.
E una serie di eventi sono effettivamente in programma in varie zone d'Italia, soprattutto al Nordest, in prossimità del famigerato confine orientale. Un calendario completo e aggiornato delle commemorazioni in programma è consultabile sul sito del Comitato 10 febbraio (www.10febbraio.it). Spiace tuttavia osservare che, al di là di tali iniaziative ufficiali, manchi un dibattito culturale sulle foibe e su ciò che hanno significato per la storia dell'Italia.
Il ricordo e la riflessione nazionale sulla questione non sembrano all'ordine del giorno: poche sono le pagine della stampa sull'argomento, sul fronte editoriale regna un imbarazzante silenzio (non ci risultano pubblicazioni datate 2013, ne esistono soltanto di più vecchie, e non in grande quantità), quasi totale il "disinteresse" di altri linguaggi culturali come il cinema o l'arte...

Strumentalizzare il Giorno del ricordo per affermare una fazione politica contro un'altra è un gioco sterile e ormai stanco. Operazione ben diversa è quella che si prefigge di tenere desta l'attenzione di un popolo sulla sua storia, conoscere i fatti, commemorare le vittime con quella pietas che spetta a chiunque abbia subìto una violenza o un'ingiustizia. La denuncia del moltiplicarsi di episodi di sciacallaggio contro le lapidi e i monumenti commemorativi suscita forti timori. Il silenzio attorno al Giorno della memoria è dunque un brutto segnale per un Paese che voglia vivere serenamente il suo presente e progettare unito il suo futuro.