Caro don Antonio, è da un pezzo che ci penso, ma è giunto il momento di dirglielo. Soprattutto dopo aver letto il Primo piano intitolato: “Un’anima per l’Italia con più etica e ideali” (FC n. 26/2012). Non vorrei che i cattolici “afoni” restassero anche “anonimi”. Dove sono questi “uomini liberi e forti” che dovrebbero ridare un’anima alla politica? Perché non usate la rivista per farceli conoscere? Non si tratta di fare una campagna elettorale per qualcuno, ma di offrire a noi cattolici la possibilità di conoscere e valutare. Il resto, poi, verrà da sé.
Vincenzo



Caro Vincenzo, i cattolici che potrebbero essere una risorsa per il Paese, sono “anonimi” proprio perché sono diventati “afoni” e insignificanti. Hanno abdicato all’impegno civile per migliorare la società. Più che a noi doverli indicare, sta a loro venire allo scoperto. Con la loro presenza, testimonianza e forti prese di posizione. In questi anni, di fronte al degrado etico in cui è scivolato il Paese, abbiamo assistito a un silenzio assordante dei cattolici. Nessuno che abbia alzato la voce a difesa dei valori o delle istituzioni democratiche di cui s’è fatto scempio ultimamente. A prevalere sono stati interessi di parte o la spartizione di poltrone, privilegi e potere. Spesso sotto la copertura dell’etichetta cattolica. Ma questa è la degenerazione della politica, da cui non sono esenti tanti bravi cristiani, che si appellano, per lo più a sproposito, al Vangelo.