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È stato lo stesso Achille Polonara, 33 anni, giocatore di basket della Dinamo Sassari, ad annunciare con un post su Intagram la riuscita dell'intervento di trapianto del midollo subito ieri 25 settembre all'ospedale Sant'Orsola di Bologna per curare la leucemia mieloide acuta che gli è stata diagnosticata a giugno e per cui aveva fatto cure chemioterapiche specifiche all'ospedale di Valencia in attesa di un midollo compatibile. E proprio due anni fa, nello stesso giorno, gli era stato rilevato un valore anomalo in un controllo di routine da cui poi era arrivata la diagnosi di tumore ai testicoli, per cui era poi stato operato nello stesso nosocomio Con ottimismo e forza di volontà era voluto rientrare sui campi pochi mesi dopo, diventando anche testimonial di Fondazione Airc a sostegno della ricerca sul cancro. Fu per questo suo impegno che lo intervistammo su Famiglia Cristiana. Sapeva di non avere la certezza assoluta di essere guarito, ma il destino si è accanito non con una ricaduta ma con un nuovo tumore. Che sta affrontando ancora una volta con forza e senza nascondersi, momenti bui compresi.


Le sue parole dopo il primo tumore
Pubblichiamo qui di seguito l'intervista che apparve sul FC 44/2024 in occasione di un dossier sulle nuove frontiere di cure ai tumori e l'impegno di Fondazione Airc per la ricerca
Difficilmente associamo un tumore a un giovane sportivo che, a parte gli infortuni sul campo, riteniamo il ritratto della salute. La pensava così anche Achille Polonara, cestista della Serie A in forza alla Virtus Bologna e da anni nel giro della Nazionale fino a quando, il 24 settembre dello scorso anno, il 2023, durante un normale controllo antidoping dopo una partita, ha scoperto un valore nel sangue, l’Hcg, molto anomalo. «Avevo due settimane di tempo per capire di cosa si trattasse, se era il mio corpo a produrlo. Da una ricerca su Google venne fuori la notizia che a un altro sportivo da un controllo analogo e con quel tipo di valore sballato avevano diagnosticato un tumore ai testicoli. Ho avvisato subito il medico della squadra. Mi ha prescritto un’ecografia che ha confermato il sospetto: avevo un cancro. Il vantaggio di un professionista dello sport è che deve sottoporsi a frequenti controlli. «Le precedenti analisi le avevo fatte il 30 luglio e non c’era nessuna anomalia: significa che avevamo intercettato la malattia allo stadio iniziale».
Dopo l’intervento chirurgico il 10 ottobre all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, il 5 novembre inizia la chemioterapia. «Ho fatto un ciclo intenso, cinque giorni di seguito, per poter accorciare i tempi. Volevo assolutamente tornare il prima possibile a giocare. Anche l’urologo che mi seguiva mi ha detto che potevo riprendere quasi subito ad allenarmi, che l’attività fisica avrebbe aiutato la ripresa. Così il 3 dicembre ero già in panchina in una partita di Serie A. Certo non ero nel pieno della forma, e non lo sono stato ancora per mesi, ma c’ero. Ora invece mi sento come prima della diagnosi, e il mio proposito è continuare a giocare per altri 4 o 5 anni».
Terapie come quella che ha dovuto fare Achille Polonara mettono a rischio la fertilità in un uomo. «Se non avessi fatto la chemioterapia avrei avuto il 45% di possibilità di sviluppare una recidiva entro i due anni e mezzo dall’intervento, così invece la possibilità si riduce al 3%. Di contro, sarà molto difficile che riesca a concepire un bambino. Poiché ho già due figli, una femmina, Vittoria, di 4 anni, e un maschietto di 2, che mia moglie ha voluto chiamare come me, Achille jr, abbiamo deciso di affidarci solo alla volontà di Dio per un eventuale terzo bambino».
Achille Polonara aveva reso nota la sua malattia e il successivo rientro in squadra. In quell’occasione è stato contattato da Fondazione Airc perché diventasse uno dei volti delle loro campagne per la prevenzione e la raccolta fondi da destinare alla ricerca. «Ho aderito con molto entusiasmo e faccio lo stesso con i cittadini in occasione delle settimane della ricerca. Per sostenere più di 6 mila scienziati che lavorano per rendere il cancro sempre più curabile. Per quanto riguarda la prevenzione raccomando di aderire agli screening e adottare
sin da giovani comportamenti salutari. Da sportivo consiglio a tutti di scegliere ogni giorno la formula 0-5-30: 0 sigarette, di qualunque tipo, 5 porzioni di frutta e verdura e 30 minuti di esercizio fisico moderato».
Vivere sapendo che, anche se remota, esiste la possibilità di una ricaduta potrebbe generare angoscia, ma non per Achille Polonara: «Sono per natura ottimista, faccio fatica a vedere nero: è vero, non ho la certezza di essere guarito del tutto, ma devo fare periodici controllie sono sereno e fiducioso».



