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Un lavoro o una guerra? Un treno o una trincea? Dopo il caso del capotreno delle Ferrovie Nord Carlo Di Napoli, colpito con un machete al braccio da alcuni giovani sudamericani ai quali aveva chiesto di controllare il biglietto, si è finalmente cominciato a portare un po' di attenzione alle condizioni di lavoro del personale viatggiante.
Ferrovie Italiane ha diffuso in proposito dati che sono a dir poco allarmanti. Nei primi 5 mesi del 2015 sono state 117 le aggressioni al personale sui treni del Gruppo FS Italiane. Un lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2014 (i casi di violenza erano stati 140), ma per nulla consolante. La maggior parte delle aggressioni si è conclusa con una prognosi di 20 giorni, ma non sono mancati, per i malcapitati ferrovieri, periodi di ospedale anche più lunghi.
Le regioni più colpite sono state Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania e Toscana. Sempre per quanto riguarda i primi cinque mesi di quest'anno, i responsabili delle aggressioni sono stati stranieri in 54 casi e italiani in 41. I casi rimanenti, ha comunicato Ferrovie Italiane, hanno avuto come responsabili individui che svolgono attività commerciali abusive a bordo dei treni.



