«Ritengo giusto e doveroso abolire il reato di clandestinità. Penso semmai che se ne stia parlando e si stia agendo fin troppo tardi», afferma senza tanti giri di parole il filosofo Dario Antiseri. «Cito un pensiero di Immanuel Kant in cui si possono tranquillamente ritrovare credenti e non. Ne La pace perpetua scrive: "Non si tratta di filantropia ma di diritto, e ospitalità significa quindi il diritto di uno straniero che arriva sul territorio di un altro Stato, di non essere da questo trattato ostilmente. Può venirne allontanato, se ciò è possibile senza suo danno, ma fino a che dal canto suo si comporta pacificamente, non si deve agire ostilmente contro di lui". La clandestinità, di per sè, non dev'essere considerata un reato. E tanto meno dev'essere punita rinchiudendo persone in centri degradanti come i Cie. C'è voluto papa Francesco per svegliare la coscienza di tutti noi. Dove stavano i cattolici? Dove stavano i liberali? Dove stavano coloro che in qualche modo si rifanno all'universalismo socialista? In una parola: dove stava la classe politica italiana? Nessun uomo è più importante di un altro uomo. Per ricordarci il frutto più bello di secoli di pensiero filosofico e giuridico c'è voluto un Pontefice venuto quasi dai confini del mondo».