Da oltre un mese dei tre sub italiani scomparsi in Indonesia con una cittadina belga, Alberto Mastrogiuseppe, Michela Caresani e Daniele Buresta, non si sa nulla. Le ricerche sono state sospese, ma i familiari le continuano a loro spese, anche perché molte cose non tornano e al momento non è nemmeno esclusa l'ipotesi del rapimento. Valeria Baffà, la fidanzata di Daniele, era con loro quel 15 agosto. Si è salvata solo perché ha avuto paura a immergersi e ha preferito limitarsi a fare un po' di snorkeling. E' da poco tornata dall'Indonesia e con un filo di voce dice: "Fino ad oggi non è stato trovato nulla, neanche un oggetto. Siamo in contatto con una persona che era lì sull’isola quel giorno e ha fatto un’immersione. Non ha visto i ragazzi, ma ci ha descritto la condizione del mare quel giorno. C’era una corrente molto forte sott'acqua per cui la sua guida ha fatto scendere solo quelli più esperti dotati di un’attrezzatura particolare, dei ramponi con i quali si potevano attaccare alla barriera corallina".

Il problema è che è saltato fuori che la vostra guida non aveva nemmeno la licenza...
"Sì, la sua responsabilità è fuori discussione. E poi il suo racconto non convince. Nella sua prima versione ha detto che, dopo essersi allontanati dalla nostra barca, sono riemersi in mare aperto. Hanno galleggiato tutti insieme per un’ora e poi  lui, d'accordo con i ragazzi, li ha lasciati lì, ha preso il gonfiabile di segnalazione e si è allontanato per cercare aiuto finché non è stato ritrovato. Ma la polizia ci ha letto la sua testimonianza che diceva che quando erano risaliti vedevano in lontananza la nostra barca e accanto a loro ce n'era un’altra. Dato che c’erano delle onde alte due metri, avrebbe chiesto a questa barca di venire ad avvisare noi per andarli a prendere. Ma non era più semplice che la seconda barca li facesse salire? E poi io ero lì e non c'erano assolutamente onde alte due metri. In più la guida ha affermato di aver smarrito l'orologio che registra tutti i dati sull'immersione".

Lei è convinta che, comunque siano andate le cose, i suoi compagni prima di scomparire nel nulla siano riemersi. Perché?
"Ci sono le testimonianze della guida e degli uomini della seconda barca. E poi la loro era un'immersione a 15 metri, una profondità considerata bassa per cui, in caso di difficoltà, basta gonfiare il giubbotto e si risale in un attimo".

C'è però la possibilità che abbiano deciso di immergersi a una profondità più elevata e che abbiano incontrato una corrente che magari li ha trasportati chissà dove...

"Alberto e la ragazza belga erano sub esperti, Daniele e Michela erano alle loro prime immersioni. Ma tutti erano ragazzi con la testa sulle spalle. E anche se fosse successo un incidente sott'acqua, possibile che non si sia trovato nulla di neanche uno di loro più di un mese dopo?"

La nostra ambasciata come si sta muovendo?
 
"Ci dice che stanno aspettando il report della polizia che ancora non è stato chiuso, mentre il report della protezione civile è stato consegnato, ma deve ancora essere tradotto. Intanto noi stiamo continuando le nostre ricerche in forma privata. Una barca sta controllando un’altra zona che prima non è stata battuta. Non so se servirà, ma noi andiamo avanti anche perché, fino a prova contraria, resta in piedi anche l'ipotesi del rapimento".

Proprio per finanziare ulteriori ricerche, le famiglie dei tre ragazzi italiani hanno aperto una raccolta fondi nella pagina Facebook "Help us to find Alberto".