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Con l’inizio della scuola alle porte, cresce l’attesa e anche le domande: che cosa serve davvero ai ragazzi di oggi per diventare adulti consapevoli, capaci di affrontare un mondo complesso? In Toscana, nel borgo medievale di Rondine, esiste un luogo unico al mondo che da venticinque anni cerca una risposta: la Cittadella della Pace.
Dal 2015, il Quarto Anno Rondine permette agli studenti dei licei italiani di vivere un anno scolastico diverso, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione come sperimentazione di innovazione didattica. Non è soltanto un modo per studiare in un contesto internazionale, ma soprattutto un’occasione per crescere: un anno dentro un’esperienza che unisce formazione, vita comunitaria e confronto interculturale.
La World House: vivere con il “nemico”
Il cuore di Rondine è la World House, lo studentato internazionale dove giovani provenienti da Paesi in guerra o divisi da odi storici vivono insieme per due anni. Qui si applica il Metodo Rondine, che trasforma il conflitto in una risorsa educativa. La convivenza quotidiana, il confronto costante e il dialogo con chi è stato indicato come “nemico” diventano strumenti per superare stereotipi e paure.
Non si tratta di una teoria astratta: Rondine mette letteralmente fianco a fianco ragazzi armeni e azeri, israeliani e palestinesi, russi e ucraini. Nonostante il peso delle ferite, la quotidianità condivisa apre varchi inattesi. Come raccontano gli educatori, non è la cancellazione del conflitto, ma la sua trasformazione in un’occasione di crescita e di riconciliazione.


La storia di Elina
A Rondine questa rivoluzione ha un volto concreto, quello di Elina, giovane armena che ha terminato a giugno il suo percorso alla World House. «Quando ho incontrato Samir, il mio ‘nemico’ azero a Rondine – ricorda – ho capito che avevamo attraversato lo stesso inferno. La prima volta che ci siamo parlati, è iniziata la nostra trasformazione».
Oggi Elina dedica la sua vita a costruire percorsi di dialogo tra comunità divise dalla guerra. La sua storia è la prova vivente che l’incontro è più forte dell’odio, che i muri possono cadere e che i giovani, se sostenuti, possono diventare ponti di pace.
Ogni ragazzo della World House riceve una borsa di studio completa. Senza il Fondo di Solidarietà, senza i donatori e i partner che credono in questa visione, esperienze come quella di Elina non sarebbero possibili.
Con l’inizio dell’anno scolastico, mentre milioni di studenti varcano le aule, vale la pena ricordare che altrove ci sono giovani che, grazie a Rondine, stanno imparando a trasformare ferite e conflitti in speranza per il futuro. Ma perché tutto questo continui, c’è bisogno di noi.
Fare una donazione significa diventare parte di quella trasformazione che ha cambiato la vita di Elina. Significa scegliere di credere che la pace è possibile, e che può cominciare da un piccolo passo: il tuo. Sostieni il primo passo possibile



