È il confine tra Eritrea ed Etiopia il nuovo obiettivo di COSMO-SkyMed, il primo programma spaziale per applicazioni duali (civili istituzionali/commerciali e militari) pensato e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Ministero della Difesa e sviluppato da un team di industrie nazionali sotto il controllo dell’ASI. La missione del satellite è monitorare il vulcano Nabro che si credeva spento da tempo e, invece, ha cominciato a dare segnali improvvisi e inaspettati di risveglio. I primi "sintomi" sono stati registrati all'inizio dell'estate con la rilevazione di alcuni terremoti di magnitudo 5.7 che hanno fornito dati interessanti elaborati dall'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea) del Cnr. La prima colata lavica risale a luglio, ma quello su cui ora si interrogano i ricercatori sono le cause che possono aver portato alla ripresa dell'attività vulcanica. Anche grazie al contributo dei vulcanologi dell'Università di Leeds sono oggi disponibili i primi dati: «L’analisi delle deformazioni ci dice che questa eruzione è stata alimentata da una camera magmatica superficiale posizionata a sud del cratere - ha commentato Carolina Pagli, ricercatrice a Leeds - e forse anche da un'altra situata più in profondità. Senza l'accesso a questi dati, sarebbe stato praticamente impossibile avere un quadro così dettagliato di questa eruzione». Proprio nelle ultime settimane i terremoti nella zona sono tornati a intensificarsi anche se non ci sono ancora elementi certi per stabilire se dal cratere uscirà una nuova colata lavica. COSMO-SkyMed, comunque, continua a raccogliere dati ogni otto giorni.
Il satellite controlla il vulcano
L’Agenzia Spaziale Italiana ha ideato un programma che potrebbe avere anche applicazioni commerciali e militari
29 settembre 2011 • 09:00


