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Il presidente Nicolás Maduro ha annunciato una volta di più — questa volta per il 2025 — che le celebrazioni natalizie in Venezuela inizieranno ufficialmente il 1° ottobre, con un decreto trasmesso in diretta nazionale nel suo programma "Con Maduro +". Secondo il capo dello Stato, la misura serve a promuovere “l’economia, la cultura, la gioia, la felicità” e a difendere “il diritto del popolo venezuelano alla felicità”.
Questa non è una novità: Maduro ha ricorso a questo espediente — anticipare il Natale di un paio di mesi — in diverse occasioni dal 2013, offrendolo come omaggio al popolo, “in segno di gratitudine” dopo eventi come le presidenziali contestate del 2024. Lo scorso anno il Natale era già stato spostato al 1° novembre, mentre nel 2025 si tratta dell’anticipazione più marcata di sempre


Il decreto arriva all’interno di un contesto di forte tensione geopolitica. Gli Stati Uniti hanno dispiegato forze militari nel Mar dei Caraibi, una mossa percepita da Caracas come una minaccia diretta e definita da Maduro come preludio a un tentativo di invasione. Tra le accuse reciproche c’è quella — da parte americana — di “narcoterrorismo” diretta verso il leader venezuelano, mentre un recente attacco a una imbarcazione venezuelana è stato attribuito a quella flotta statunitense.
Dietro l’apparente festosità del Natale anticipato si cela dunque una strategia politica: generare un atmosfere positiva, alleggerire le tensioni sociali e deviare l'attenzione dalle crisi strutturali del paese. La Chiesa cattolica venezuelana ha espresso preoccupazione, rivendicando che il “modo e il tempo” delle festività religiose non dovrebbero essere strumentalizzati per fini propagandistici.
Parallelamente, il governo intensifica la distribuzione di aiuti alimentari — come i pacchi — nei quartieri più poveri, trasformando il momento natalizio in un mezzo per rafforzare il consenso, soprattutto in un quadro di diffusissima crisi economica, inflazione altissima e scarsità cronica dei beni essenziali.
Il Natale anticipato assume un duplice valore: da un lato, strumento di sostegno materiale e emotivo verso la popolazione in difficoltà; dall'altro, gesto simbolico che proietta un’immagine di normalità e festa nonostante la grave crisi istituzionale, le accuse di frode elettorale e la repressione dell’opposizione.
In sintesi, l’anticipazione del Natale non è un mero cambiamento del calendario: è un dispositivo politico, un diversivo emotivo e una forma di governo spettacolo, in cui le festività vengono utilizzate come strumento di controllo sociale e di legittimazione del potere.
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