Credo che gli appassionati di cinema non abbiano faticato nel riconoscere, nei teppisti olandesi, i famigerati “Drughi” del film del 1971 “Arancia Meccanica”.
Si trattava di una banda che, senza motivazioni particolari, praticava su chiunque, quasi per sorteggio, violenza gratuita. Anche nel caso di Roma-Feyenoord, non c’erano di mezzo né reazioni a provocazioni, né disagi sociali, visto che molti dei protagonisti erano stimati professionisti nel loro paese.

Quando, grazie al cielo, manca nell’Europa Occidentale una guerra da oltre mezzo secolo, l’aggressività umana, in assenza di valori etici in grado di orientarla, si sfoga nei modi più atroci, e tutto diventa bullismo, senza età e senza limiti. Mi associo, dunque, umanamente, alla dichiarazione del Questore di Roma Nicolò D’Angelo: “Io morti non ne faccio”. Credo però che, se in occasione della prima rissa sono state arrestate 23 persone, sarebbe stato giusto, in Piazza di Spagna, almeno frapporsi fra i delinquenti e i monumenti.