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Sono una nonna molto affezionata al mio nipote di 17 anni, di cui mi sono sempre occupata. Da bambino era chiuso e sfuggente, rifugiandosi nella tecnologia. Ora soffre di disforia di genere e, nonostante il supporto psicologico e il percorso Alias a scuola, continua a sentirsi a disagio con la sua identità maschile. I genitori, inizialmente preoccupati, ora accettano la sua decisione. Io sono sconvolta e prego per lui, chiedendomi quale sarà il suo futuro.
GEMMA
Cara Gemma, poche cose in poche righe. La disforia di genere, che può emergere in età adolescenziale ma a volte presenta dei segnali fin dall’infanzia, mette a dura prova la serenità delle persone coinvolte. Del ragazzo in primo luogo, per molti motivi: il conflitto interiore tra un corpo sessualmente caratterizzato in un senso e una percezione differente della propria identità di genere; la difficoltà di far capire agli altri la propria sofferenza e di ottenere rispetto; la preoccupazione circa il proprio futuro, sia sul piano dell’accettazione da parte degli altri che della possibilità di vivere relazioni amorose soddisfacenti.
Queste preoccupazioni si riflettono, in modo angoscioso, sulle persone che gli stanno accanto. Per questo, l’atteggiamento non può essere ideologico, con una presa di posizione astratta su questi temi, di accettazione o di rifiuto per partito preso. Su tutto deve prevalere la salvaguardia della relazione con tuo nipote, che hai accompagnato fin dai primi anni di vita, con un atteggiamento di comprensione per il suo stare male e di rispetto per i suoi tempi e le sue scelte.
Essere per lui una presenza affettuosa e costante, come hai sempre fatto, è già un dono prezioso, che gli offre sicurezza e sostegno nei momenti di maggiore fragilità. Sono sicuro che lo accompagnerai con la tua sollecitudine anche negli anni a venire. Per lui e per voi che lo amate non dovrà mancare anche il supporto di figure professionali esperte e sensibili.



