La figlia di Elena Ceste: «Mamma, vorrei parlarti un solo istante per raccontarti il mio dolore»
La ragazza, che ha compiuto 18 anni, affida a instagram un messaggio molto toccante per la madre uccisa dal padre, Michele Buoninconti, condannato a 30 anni di carcere
Si è trovata senza madre, prima scomparsa misteriosamente e poi dopo nove mesi ritrovata cadavere vicino a casa, e senza padre accusato e poi condannato in via definitiva per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Ora che Elisa Buoninconti ha compiuto 18 anni ha deciso di affidare il suo dolore per la perdita della mamma Elena Ceste a un post su instagram. «Vorrei vederti un solo istante per donarti quel bacio che non ti ho dato. Vorrei per un solo istante ritrovare il tuo calore nella magia di un abbraccio, avvolgendomi nel profumo della tua pelle. Vorrei parlarti un solo istante per raccontarti il mio dolore. Vorrei ascoltarti un solo istante per consolare il mio cuore e assaporare attimi di infinito amore! Vorrei... vorrei... vorrei... ma tu mamma non puoi! Il tuo alito impalpabile mi sussurra: "Non piangere, io sono il vento che ti accarezza, il sole che ti scalda, la pioggia che ti bagna... Io sono dentro di te...!!” Mi manchi mamma».
La vicenda ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. Elena Ceste, madre di quattro figli, era scomparsa dalla sua villetta di Costigliole d’Asti il 24 gennaio del 2014. Nessun testimone l’aveva vista, solo il marito Michele Buoninconti dichiarava che quella mattina la donna era nervosa, e che lo aveva pregato di accompagnare lui i figli a scuola. Al suo ritorno non l’aveva trovata più: e ipotizzava che si fosse allontanata nuda poiché aveva ritrovato tutti i suoi vestiti. Per nove mesi aveva fronteggiato l’assalto dei giornalisti e degli inquirenti, fino a quando il corpo della donna era stato rinvenuto nel fango di un torrente ad appena un chilometro da casa. Il 25 gennaio 2015, a un anno esatto dalla scomparsa, era stato arrestato il marito. L’uomo non ha mai ammesso la sua colpevolezza ma è stato inchiodato da una serie di prove ed è stato condannato in Cassazione a 30 anni di carcere. I bambini da quel momento sono stati affidati ai nonni materni.