Alla partenza da Israele aveva dolore al braccio e gli hanno dato dei sedativi. In volo è stato tranquillo, ha disegnato a lungo, dormito, ha mangiato un po’ e qualche volta è andato ad affacciarsi al finestrino. All’arrivo, raccontano, pare abbia abbozzato un sorriso. La nuova vita di Adam, 11 anni, che ha perso tutti e nove i suoi fratellini e il papà Hamdi al Najjar, uccisi a Gaza da un raid israeliano su Khan Younis, nel Sud della Striscia, il 24 maggio scorso, ricomincia a Milano, dove è atterrato mercoledì a tarda sera all’aeroporto di Linate con un volo umanitario dell’aeronautica e dove sarà curato all’Ospedale Niguarda.

La madre Alaa al-Najjar, pediatra, era al lavoro al Nasser Medical Center quando i jet di Tel Aviv hanno sganciato le bombe sulla sua casa uccidendole il marito e tutti gli altri figli. In volo, è stata sempre vicina ad Adam ed è scesa con lui, un po’ frastornata da cameraman e fotografi, e con una sorpresa in più: in pista, ad aspettarla, c’era la sorella arrivata dal Canada con la quale non si vedevano da 12 anni. Ad accompagnare Adam e gli altri quattro bambini palestinesi c’erano gli infermieri e i medici specializzati che appartengono alla centrale Cross del Dipartimento di Protezione Civile e hanno allestito gli aerei dell’Aeronautica militare di Pisa con la strumentazione sanitaria necessaria all’assistenza anche di pazienti critici. Hanno trasportato centinaia di feriti nel nostro paese da zone di crisi in tutto il mondo.

Due dei cinque minori arrivati in Lombardia saranno curati al Policlinico di Milano e al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, altri tre sono stati prelevati sulla pista dalle ambulanze e portati a Torino dove saranno curati all’ospedale Regina Margherita. A seconda delle ferite e dei traumi riportati da ciascun paziente, spiega la Protezione Civile, si è proceduto ad inviarli negli ospedali di riferimento per quel tipo di patologia specifica.


«È un regalo a queste famiglie portare il sorriso nei volti delle mamme, dei papà, di famiglie martoriate dalla guerra. Abbiamo fatto tanto come Italia», ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha accolto Adam a Linate regalandogli un pallone, «siamo riusciti a organizzare un viaggio perfetto. Tra le tante disgrazie che vive quella terra, oggi ha avuto un momento di positività», ha aggiunto il vicepremier auspicando che questi bambini «possano essere curati nel modo migliore, possano tornare a vivere sereni, lontani dalle bombe, in un clima diverso e che possano recuperare il sorriso».

Ad attendere l'aereo a Milano, oltre al ministro Tajani, c'erano anche gli assessori regionali della Lombardia Guido Bertolaso e Gianluca Comazzi, il personale Areu tra cui il Direttore generale Massimo Lombardo e la struttura maxi emergenze, due mediatori culturali, il personale dell'Aeronautica Militare, della Protezione civile e dell'Oms. «Siamo a oltre 700 palestinesi che hanno lasciato Gaza» per l'Italia dall'inizio della guerra, ha spiegato Tajani ricordando che l’Italia è uno dei paesi che ha soccorso il maggior numero di bambini palestinesi vittime della guerra. Fino ad oggi le evacuazioni sanitarie hanno permesso di ricoverare 133 bambini di Gaza.

«È stata la famiglia di Adam a scegliere di venire in Italia», ha detto Tajani, «avevano altre possibilità ma ci hanno scelto così come altri palestinesi che hanno lasciato Gaza. Continueremo ad aiutarli in tutti i modi possibili, nei loro volti c’è l’orrore della guerra. Basta bombardamenti».

L'evacuazione è stata possibile anche grazie al ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha reso disponibili gli assetti delle Forze Armate per organizzare i trasferimenti. «Ringrazio sentitamente l'Italia per aver organizzato questa operazione e accolto i pazienti di Gaza, non solo oggi, ma anche dall'avvio delle evacuazioni mediche sostenute dall'Ue», il commento della Commissaria europea per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, secondo cui «l'evacuazione medica di 17 pazienti da Gaza dimostra la tangibile solidarietà dell'Ue con la popolazione sofferente di Gaza: i civili, in particolare donne e bambini, che non avrebbero mai dovuto essere un bersaglio».

Quella che ha portato in Italia Adam, hanno spiegato la Farnesina e il ministero della Difesa, è la più importante operazione di evacuazione sanitaria finora sostenuta: coinvolge minori feriti e malati per un totale di 17 pazienti e 53 loro familiari accompagnatori, 70 persone in tutto.

L'uscita da Gaza è stata resa possibile grazie a un intenso lavoro diplomatico, che ha visto impegnate l'Ambasciata d'Italia a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme e i funzionari della Presidenza del Consiglio. Evacuazione sanitaria che è stata realizzata anche con il supporto del Meccanismo di Protezione Civile dell'Unione Europea e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, grazie alle sinergie tra Farnesina, ministero della Difesa, ministero dell'Interno e Dipartimento della Protezione Civile.

L'Italia, secondo fonti ministeriali, si conferma il quarto Paese al mondo - il primo fra quelli occidentali - ad aver organizzato l'evacuazione e il trasferimento in ospedali specializzati di pazienti provenienti dalla Striscia.


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