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Con una di quelle mosse improvvise, decise dall'alto, dal direttorio che nonostante tutto resta e comanda, Grillo annuncia che il Movimento 5 stelle avrà libertà di coscienza nel voto al disegno di legge Cirinnà, che vuole regolamentare le unioni civili e prevede anche la famigerata stepchild adoption. Il tutto, dopo che Partito democratico, firmatario del ddl, e il M5S erano stati a un passo dall'accordo per votarlo in blocco.
Nel merito, l'intervento di Grillo è apprezzabile, perché fa un passo indietro e permette - su un tema così delicato - almeno la libertà di coscienza. In questo modo, non è da escludere che l'effetto sia quello di una messa in discussione del provvedimento. E infatti Alfano e l'Ndc già reclamano che Renzi e il Pd ritornino sui loro passi e considerino sostanziali modifiche su due punti cruciali: la non equiparazione fra matrimonio e unione civile e lo stralcio della stepchild adoption (l'utero in affitto, dice Alfano, va reso addirittura reato).
Fin qui tutto bene, dunque, perché si apre la possibilità di una seria revisione del ddl, limitandolo al riconoscimento di alcuni diritti civili e patrimoniali, espungendo le altre questioni.
Sarebbe stato bello che a muovere il Grillo - che qui ha rimesso i panni del guru politico, smettendo quelli del comico - fossero state delle questioni ideali, di principio, insomma l'affermazione di precisi valori in relazione alle questioni dell'unione fra due persone e all'adozione. Purtroppo è evidente che non è così, non è una battaglia culturale e valoriale, la sua, ma il solito giochetto politico, dettato dalla volontà di non scontentare parte dell'elettorato del M5S - quella più moderata - e di creare qualche problemino al Pd, anziché dargli una mano.
Questa è la realtà dei fatti, ma per un'eterogenesi dei fini può accadere che una mossa ispirata a un calcolo puramente elettorale produca effetti benefici nel cammino della legge Cirinnà.
Nel merito, l'intervento di Grillo è apprezzabile, perché fa un passo indietro e permette - su un tema così delicato - almeno la libertà di coscienza. In questo modo, non è da escludere che l'effetto sia quello di una messa in discussione del provvedimento. E infatti Alfano e l'Ndc già reclamano che Renzi e il Pd ritornino sui loro passi e considerino sostanziali modifiche su due punti cruciali: la non equiparazione fra matrimonio e unione civile e lo stralcio della stepchild adoption (l'utero in affitto, dice Alfano, va reso addirittura reato).
Fin qui tutto bene, dunque, perché si apre la possibilità di una seria revisione del ddl, limitandolo al riconoscimento di alcuni diritti civili e patrimoniali, espungendo le altre questioni.
Sarebbe stato bello che a muovere il Grillo - che qui ha rimesso i panni del guru politico, smettendo quelli del comico - fossero state delle questioni ideali, di principio, insomma l'affermazione di precisi valori in relazione alle questioni dell'unione fra due persone e all'adozione. Purtroppo è evidente che non è così, non è una battaglia culturale e valoriale, la sua, ma il solito giochetto politico, dettato dalla volontà di non scontentare parte dell'elettorato del M5S - quella più moderata - e di creare qualche problemino al Pd, anziché dargli una mano.
Questa è la realtà dei fatti, ma per un'eterogenesi dei fini può accadere che una mossa ispirata a un calcolo puramente elettorale produca effetti benefici nel cammino della legge Cirinnà.



