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La plastica che sta soffocando gli oceani ha fatto una nuova vittima: una balena pilota, un cetaceo della famiglia dei delfinidi, in italiano conosciuta come globicefalo che in Thailanda è stata trovata agonizzante e poi è morta perché, come è emerso dall’autopsia, nello stomaco le sono stati trovati 80 sacchetti di plastica. La presenza di grandi oggetti di plastica nei contenuti stomacali di squali, cetacei e tartarughe marine, così come la contaminazione da microplastiche, ha il potenziale di ridurre ulteriormente le popolazioni di queste specie, già minacciate da pesca eccessiva e inquinamento. Un’emergenza sempre più apocalittica quella della plastica in mare: si calcola che siano 8 – 10 milioni le tonnellate di plastica ogni anno nei mari, 40.000- 50.000 solo in Italia. E nell’ Oceano Pacifico c’è un’isola di plastica grande quanto il Texas. L’emergenza si fa di anno in anno più grave se si pensa che una bottiglia impiega 500 anni per degradarsi. E ciò che è visibile e solo una minima parte del problema: infatti solo il 15% della plastica galleggia, il 15% si disgrega, e il restante 70% va a finire sul fondale.
La plastica inoltre si frazione in microplastiche che si accumulano negli organismi animli. E i pesci che mangiamo e l’acqua che beviamo sono contaminati con gravi danni per l’organismo umano.
Gli scienziati hanno esaminato 125.000 aree di barriera corallina della regione Indo-pacifica, sede di oltre la metà delle barriere coralline del pianeta, e hanno trovato che l'89% dei coralli interessati dalla presenza di plastiche soffrivano di malattie, mentre nelle barriere non contaminate solo il 4% dei coralli era malato. Secondo lo studio oltre 11 miliardi di frammenti di plastica sarebbero letteralmente “impigliati” nelle barriere coralline della regione indo-Pacifica, con il rischio di un incremento del 40% al 2050
E ancora, in ogni litro di ghiaccio artico ci sono circa 12.000 frammenti di plastica. Con la fusione dei ghiacci questo temporaneo deposito di microplastica, che può durare dai 2 agli 11 anni, verrà poi rilasciato in mare. Non stanno meglio i nostri mari: durante il tour "Meno Plastica più Mediterraneo" la nave ammiraglia di Greenpeace, Rainbow Warrior la scorsa estate ha raccolto senza sosta campioni che oggi ci raccontano una triste realtà. Ovvero che c'è un enorme presenza di microplastiche e che il Mediterraneo è messo male. I picchi più rilevanti nelle acque delle Isole Tremiti e l'acqua di Portici: nella prima ci sono circa 5.500 pezzi di plastica, nella seconda 8.900.





