Sul palco dell’Ariston “L’alieno” vero non è stato Luca Madonia, ma lui, Mauro Ermanno Giovanardi, il cantante dei La Crus. La sua voce calda e passionale al servizio della lussureggiante melodia di “Io confesso” ci ha fatto volare indietro nel tempo, riportandoci agli anni ’60 dei gloriosi varietà condotti da Mina come “Studio Uno” e ai malinconici cantautori-crooner come Umberto Bindi e Fred Bongusto.

Il nuovo disco solista di Giovanardi (la reunion dei La Crus è stata solo estemporanea), “Ho sognato troppo l’altra notte”, conferma queste atmosfere, a cominciare dalla scelta delle due cover in scaletta: “Se perdo te”, adattamento in italiano di “Solitary man” di Neil Diamond, portata al successo nel 1967 proprio dal mattatore dell’ultimo Sanremo Gianni Morandi, e “Bang bang” di Sonny & Cher, nella versione italiana dell’Equipe 84, dei Corvi e di Dalida. Ma è nei brani inediti che questo disco rivela tutta la sua originalità: non si tratta infatti di una nostalgica operazione di recupero di sonorità del passato. In canzoni come “Desio”, “Un garofano nero”, “Neil Armstrong” il gusto per certe atmosfere retrò, come la preminenza degli archi e dei fiati o le chitarre che sembrano arrivare da un western di Sergio Leone musicato da Ennio Morricone, è filtrato da una sensibilità assolutamente moderna, anche nei testi, racconti di vita carichi di suggestioni. Ciliegina sulla torta, i due duetti con Violante Placido nella già citata “Bang bang” e con Syria in “La malinconia dopo l’amore”.

E per chi volesse approfondire il discorso, scoprendo la produzione di Giovanardi con il suo gruppo, ecco “Tutto La Crus”, compilation in due Cd che la loro vecchia casa discografica ha fatto opportunamente uscire sull’onda della reunion sanremese. Un’occasione per conoscere un gruppo attivo già dagli anni ’90, apprezzatissimo dalla critica per il loro sound folk-rock venato di elettronica, minimalista e raffinatissimo, ma che non ha mai ottenuto quel riconoscimento da parte del grande pubblico che avrebbe meritato.