Papa Francesco così saggio quando parla di problemi religiosi, prende sviste madornali quando parla della “cosiddetta teoria del gender”. La prova che il Papa – lo dico con tutto il rispetto – non sa di che cosa parla è nelle stesse sue parole: «Mi chiedo se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza perché non sa più confrontarsi con essa». E quando mai gli studiosi della materia si sono prefissi di cancellare le differenze? Se le differenze ci sono, chi potrebbe illudersi di cancellarle? Gli studi gender si prefiggono di cancellare le discriminazioni perpetrate in base alle differenze. È così difficile da comprendere questo concetto? In realtà, per una Chiesa da sempre maschilista, è difficile capire, forse impossibile. E papa Francesco è il capo di questa Chiesa.
ELISA M.

Cara Elisa, se avrai tempo di leggere per intero il testo dell’udienza del Papa di mercoledì 15 aprile scorso, ti sarà più facile capire la sua espressione e apprezzarne la saggezza anche in questa delicata materia. Vedrai che non c’è spazio ad alcuna discriminazione, per nessuna ragione. Anzi, papa Francesco ribadisce l’uguale dignità tra uomo e donna, che si raggiunge non eliminando le differenze, ma valorizzando e rispettando ciò che per natura è diverso. Dice papa Francesco: «La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione». Voler ridurre tutto all’indeterminazione, negando anche la diversità tra la figura paterna e quella materna, porta a un relativismo assoluto, che non ha nulla a che fare con la piena affermazione della donna nel mondo. L’eccesso di ideologia è la morte del buon senso e di ogni sereno e sano dibattito e confronto.