Arriva il via libera del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza al liceo in quattro anni, con la maturità un anno in anticipo e l’accesso all’università o al lavoro prima dei diciotto anni, come già accade in altri Paesi europei. La sperimentazione è stata autorizzata per tre scuole paritarie, il collegio San Carlo di Milano, il Guido Carli di Brescia e l’istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio. La prima maturità «anticipata» sarà quella dei liceali milanesi, il prossimo anno. Ne parliamo con il professore Daniele Banfi che, per il San Carlo, coordina il progetto.

Nella pratica, come cambiano le cose?

È un cambiamento che investe l’organizzazione delle materie stesse: nel primo biennio classico e scientifico si fondono mentre nei due anni successivi l’apertura di indirizzo è quadruplice: si può scegliere tra classico, scientifico, economico o linguistico. Le discipline vengono organizzate in maniera molto diversa da quello che succede oggi. Ogni indirizzo si avvantaggia della compresenza delle discipline anche degli altri, le materie sono proposte con metodologie che permettono pieno protagonismo ai ragazzi, li rendono persone che han voglia di studiare, orientano e garantiscono approfondimenti specifici negli ultimi due anni. Spesso, tra l’altro, lo fa in lingua inglese. Così anche le lezioni cambiano radicalmente: trasformandosi in didattica pura mentre il momento valutativo è concentrato in un momento specifico della settimana senza disperdere serenità e concentrazione dei ragazzi durante l’apprendimento.

Che opportunità vede nella scelta di accorciare il percorso di studi?

È un grosso incentivo soprattutto per le famiglie che, per prime, vedono di buon occhio per i figli il fatto di guadagnare un anno. Rispetto ai paesi europei i ragazzi hanno bisogno di giocare in anticipo. Così come c’è bisogno di anticipare l’orientamento. Gli studenti, con questa nuova formula, scelgono già dopo il biennio e trovano prima, se affiancati, la strada per capire i propri talenti.