Padre e marito, il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai, curatore su Famiglia Cristiana della rubrica "In famiglia" dove risponde ai quesiti educativi delle mamme, ha affrontato sul suo blog alcune questioni riguardanti questo atroce e incomprensibile delitto.

L'esperto parte da una considerazione relativa al padre assassino: «Insieme al dolore provo una profonda compassione per il genere umano incapace di comprendere la differenza tra bene e male, irresponsabile al punto tale da considerare i soggetti dei legami affettivi più forti alla stregua di soprammobili e oggetti che quando non ti piacciono più, li togli dalla mensola e li metti in un sacco da mandare in discarica. Così sei pronto ad aprire un nuovo capitolo della tua esistenza».

E commenta la frase che ha colpito tutti quando gli è stato chiesto perché non avesse pensato al divorzio e cioè "perché i figli restano": «L’uomo che ha commesso la strage si sentiva ingabbiato nei suoi legami famigliari. Ma quello stesso uomo pensava che ricorrere alla separazione dalla moglie per inseguire il suo nuovo sogno d’amore (tra l’altro mai corrisposto) non sarebbe stato sufficiente perchè il legame con i figli già nati lo avrebbe obbligato ad avere delle responsabilità per sempre, per il resto della sua vita».

Insomma Alberto Pellai non può fare a meno di considerare questo uno dei tanti segni di una società dove i diritti individuali sembrano contare sempre più importanti di ogni altra cosa o persona: «Tutto intorno a noi parla di diritto ad affermare i propri diritti e di ricerca di ciò che ci dà piacere. Se vuoi qualcosa te la prendi, con ogni mezzo possibile. Se non hai i soldi, ti indebiti e la ottieni subito, ora. Se una donna ti piace ci provi e te la porti a letto. Se un uomo lo vuoi, lo seduci e lo ecciti fino a che non cade ai tuoi piedi.  Tutto può essere consumato, comprato, eccitato, legittimato».

Ed è questo che l'assassino, l’uomo di Motta Visconti,  ha assorbito e messo in pratica: « la cultura dell’onnipotenza narcisista, dove io posso tutto e l’altro non vale niente. Dove quello che sento io ha valore e quello che sentono gli altri non vale niente».