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Sospensione del giudizio, questa è la definizione che compare nei quadri quando un ragazzo viene “rimandato” . Un giudizio che per altri è stato senza appello: non ammesso. Senza questa possibilità i ragazzi costretti a ripetere l’anno sarebbero molti di più, quando invece per molti di loro le lacune non sono così gravi e generalizzate da richiedere un stop al loro corso di studi. La cosiddetta rimandatura per molti di loro è il segnale forte che l’impegno non è stato sufficiente e il metodo non è stato adeguato. Un modo per essere messi di fronte alle proprie responsabilità, quando i richiami e i voti insufficienti nel corso dell’anno scolastico non sono serviti. Certo, il discrimine tra la condanna senza scampo e una seconda possibilità corre sul filo del rasoio, magari di una sola materia. Ma se il consiglio di classe sa ponderare bene la sua scelta, e valuta lo studente in modo generale, senza avere un’attenzione solo alla media matematica, ma guardando alla persona nel suo complesso e alla qualità del suo impegno, può davvero operare una distinzione utile tra colui che dovrà ripetere inevitabilmente l’anno e colui che dovrà dimostrare un surplus di impegno estivo. E con una buona organizzazione durante l’estate il ragazzo potrà conciliare momenti di svago e riposo a momenti di studio. D’altronde è proprio la capacità di organizzarsi che spesso fa difetto a chi arriva alla fine dell’anno con qualche materia insufficiente. E uno studio mirato a poche discipline può contribuire a sviluppare un approccio più concentrato e sistematico, e lasciare in eredità da settembre in avanti una maggiore consapevolezza e un metodo più efficace.



