E’ stato l’atto terroristico più grave del dopoguerra e ha segnato per sempre la storia della città di Bologna. La mattina del 2 agosto di 35 anni fa il boato di una terribile esplosione raggiungeva anche le periferie, mentre una nube di fumo arrivava alle Torri. Erano le 10.25. L’immagine dell’orologio della stazione fermo a quell’ora farà il giro del mondo.  85 morti, 200 feriti. L’esplosivo, oltre 25 chili di tritolo e nitroglicerina, era contenuto in un ordigno collocato in una valigetta abbandonata nella sala d’attesa della seconda classe, a quell’ora gremita di turisti.

Da allora gli anniversari si sono susseguiti uno dopo l’altro. Per non dimenticare. Si sono susseguite anche le polemiche.  Accese e inevitabili, perché ancora oggi, dopo 35 anni, la strage di Bologna non ha mandanti. O meglio: i mandanti non hanno nome e cognome. “Un paese evoluto deve trovare il tempo per ricostruire la sua storia”, si legge nel manifesto della commemorazione di quest’anno, “ uno Stato di diritto deve trovare il tempo per dare giustizia alle vittime della violenza; una democrazia moderna deve trovare il tempo per contrastare il terrorismo e le mafie”. Perché “non c’è democrazia senza responsabilità”. L’ Associazione Familiari delle vittime continua a chiedere la verità ed è tutt’altro che tenera nei confronti del Governo Renzi. “Si è comportato male, molto male”, ha detto senza mezzi termini il presidente dell’Associazione, il parlamentare Pd Paolo Bolognesi. “Nessun governo, in 35 anni, s'era mai permesso di far promesse senza mantenerle”, ha continuato. “Sono venuti dicendoci che ci sarebbero stati una corsia preferenziale per l'introduzione del reato di depistaggio e risarcimenti per i familiari. Non sono stati fatti e la direttiva del premier sulla declassificazione degli atti sulle stragi viene applicata in maniera lacunosa”.

Per questo motivo l’Associazione ha lanciato on line una petizione e il sindaco di Bologna Virginio Merola ha già annunciato l’intenzione di essere tra i primi a sottoscriverla. Intanto la giornata di oggi seguirà la scaletta che si ripete pressoché identica, anno dopo anno. Il ricordo delle vittime davanti ai familiari, nella sala del Consiglio Comunale. Poi il corteo lungo la via Indipendenza, fino al Piazzale delle Medaglie d’oro, dove è situata la stazione. I discorsi dei politici, il minuto di silenzio davanti alla lapide coi nomi delle 85 vittime. Annunciata la presenza del presidente del senato Grasso e del sottosegretario De Vincenti. Al termine della cerimonia un treno partirà per Benedetto Val di Sambro, , dove saranno ricordate le vittime degli attentati all’Italicus e al rapido 904, poi la celebrazione della Santa Messa da parte del vescovo ausiliare monsignor Giovanni Silvagni. La giornata terminerà con i concerti della XXI edizione del Concorso internazionale di composizione 2 Agosto in Piazza Maggiore che si chiuderanno con la proiezione del film "La linea gialla", una produzione La Repubblica e Movie Movie, per la regia di Francesco Conversano e Irene Grignaffini su soggetto di Emilio Marrese. Da segnalare inoltre la mostra “Avrei potuto essere io”, firmata  da Sonia Lenzi.  85 scatti, uno per ogni vittima, realizzati nell’atrio della stazione bolognese.  “Ho invitato le persone in attesa a leggere delle schede in cui raccontavo la strage  e ho poi cercato di attualizzare  il ricordo nelle loro emozioni ”, ha spiegato la fotografa. I ritratti saranno esposti fino al 10 agosto, nella stazione dell’Alta Velocità. Simonetta Pagnotti