Un detto napoletano che recita «tutto a Maria, niente a Gesù» ben sintetizza un errore comune legato alla devozione mariana: mettere la figura della Madre di Dio al centro, facendole accaparrare tutto, lontano dal Figlio e dalla Chiesa. La nota Mater Populi Fidelis del Dicastero per la dottrina della fede, sui titoli mariani, presentata il 4 novembre scorso, cerca di fare chiarezza su questi temi, come ci spiega la teologa suor Daniela Del Gaudio, direttrice dell’Osservatorio internazionale delle apparizioni.

Qual è il cuore di questa nota e perché viene pubblicata in questo momento?

«Perché vuole rispondere, come dice il cardinal Fernandez nell’introduzione, a diverse domande che dal popolo cristiano in questi ultimi decenni sono sorte circa alcuni titoli mariani. In modo particolare, il titolo di “corredentrice” e di “mediatrice” attribuito alla Madonna praticamente da sempre. Bisognava fare delle precisazioni».

Questa nota è rivolta ai semplici fedeli, che forse non pensano a tutto questo quando pregano? O invece è rivolta a chi educa il popolo di Dio?

«Certamente è un documento rivolto soprattutto agli esperti, che però guidano gruppi, fanno catechesi... Una delle preoccupazioni principali è che spesso non si inserisce il culto mariano nella Chiesa, che ci si può servire della devozione mariana per andare contro la Chiesa. La nota parla comunque anche al fedele, spiega che dobbiamo imparare a conoscere bene chi è Maria. Alla fine, il documento vuole rispondere proprio a queste domande: chi è stata Maria nell’opera della salvezza? Come ha collaborato con Cristo alla nostra salvezza? Cosa fa Maria nella mia vita di grazia? Qual è il suo ruolo nella Chiesa?».

Questo tema della “corredentrice”, come si può spiegare semplicemente?

«Lo spiega bene il documento, dove dice che Maria collabora in modo unico e singolare alla nostra redenzione, ma sempre a livello creaturale. Lei partecipa in quanto madre, nel senso che è stata scelta da Dio per essere la via attraverso cui il Redentore è venuto nel mondo, madre che poi ha seguito fedelmente il figlio fino alla croce. Maria rappresenta per noi un grande modello, testimonia in maniera privilegiata la potenza salvifica di Cristo».

Ci fa qualche esempio degli errori più comuni che si fanno anche nella preghiera, rivolgendosi alla Madonna?

«L’errore più frequente è una spiritualità individualistica che vede Maria staccata dai dogmi mariani e quindi dall’insegnamento della Chiesa. Si rischia di farne una “dea”, senza comprendere che la vera missione di Maria è andare a Gesù, per Maria ad Iesum. Non è possibile contemplare Maria senza Cristo e dall’altra parte non è possibile contemplare il mistero di Cristo senza Maria. Una parte interessante del documento fa riferimento agli studi di Mariologia, che hanno fatto tanti progressi in questi anni, spiegando bene alcuni brani biblici. Per esempio si cita Genesi 3,15, quando Dio all’inizio della Genesi, parlando del Redentore, ci dice che verrà da una donna e poi “io porrò inimicizia fra te e la donna”. Che importanza ha mettere questa donna al centro? E ancora Galati 4,4, “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”. Il ruolo di questa donna è allora fondamentale, però non come una dea, quasi protagonista assoluta, ma proprio per far capire il ruolo dell’umanità e, quindi, della creatura che partecipa all’opera di redenzione del Figlio di Dio incarnato».

Si parla anche dei rischi di una certa spiritualità diffusa sui social media...

«Questo è un problema: oggi ci sono dei gruppi che hanno una grande eco sui social e insegnano dottrine che assolutizzano il ruolo di Maria al di fuori della Chiesa, la mettono in contrapposizione con il Papa, la gerarchia, la comunione ecclesiale. Quindi il problema non è solo il rapporto con Cristo, ma anche con la Chiesa».

Quindi possiamo dire che questo documento non toglie nulla alla devozione mariana autentica?

«No, anzi, secondo me offre un orientamento importante proprio per una retta comprensione del mistero di Dio e quindi anche di una crescita della devozione: nel documento si parla di Maria come madre della grazia, come mediatrice, modello per i fedeli. È quello che già il concilio Vaticano II diceva, perché Maria continua questa funzione materna intercedendo per noi, accompagnandoci e proteggendo la vita di ogni fedele e di tutta la Chiesa».

Nella foto: Madonna della misericordia di Giovanni d'Agnolo di Balduccio (Ipa Alamy).