«Quello che più mi ha colpito è stato l’incremento di offerte spicciole da parte della gente. Si manifesta un senso di appartenenza, di responsabilità e di fiducia. In tal senso, realizzare un Bilancio come questo convince ancora di più le persone a dire che quello che si raccoglie è usato bene». Così l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha sottolineato uno dei punti cruciali della terza edizione del Bilancio missione della Diocesi di Milano. Il documento è stato presentato questa mattina nella Sala Convegni della Curia arcivescovile del capoluogo lombardo. La Curia meneghina ha presentato i propri dati economici, riferiti all’anno pastorale 2023/2024, e rispetto ai due anni precedenti ha eseguito un ulteriore focus sulle oltre 200 scuole dell'infanzia gestite dalle parrocchie.

«Con questa terza edizione, il Bilancio di missione assume la sua struttura definitiva, uno sguardo di analisi che parte dalla Curia e dagli enti centrali, si allarga alle parrocchie e poi, di anno in anno, approfondisce un aspetto della missione della nostra Chiesa, quest’anno le scuole dell'infanzia parrocchiali. Devo ringraziare in particolare le parrocchie, che mettendo a disposizione il loro rendiconto dicono che c’è una compartecipazione, una comunione di intenti. -ha spiegato monsignor Bruno Marinoni, vicario episcopale per gli Affari economici-. Un grazie va anche alle società di servizi che attraverso il loro lavoro sgravano di alcune incombenze di tipo amministrativo le parrocchie stesse, che così sono più libere di fare il loro servizio più importante, che è quello di annunciare il Vangelo». Nel complesso il bilancio odierno dell’Arcidiocesi di Milano denota un miglioramento graduale di quasi tutti i fattori analizzati. A partire dal numero degli abitanti della Diocesi: 5.566.667 (più 27.000 unità rispetto all’anno scorso). Invariato il conteggio delle parrocchie (1.106), mentre cala di 30 soggetti il numero dei presbiteri (1597). 

Per quanto riguarda invece il flusso delle risorse economiche, sono stati considerati quattro fattori: la “cura pastorale” (indirizzo, coordinamento, formazione), la “cura amministrativa” (vigilanza canonica, consulenza amministrativa, servizi), il sostegno di attività e progetti sul territorio (la gestione diretta di opere e l’erogazione di contributi per finalità specifiche, fondi diocesani e 8xmille). Proprio il tema dell’8x1000 è stato ripreso dall’Arcivescovo: «Sappiamo che c’è una diminuzione delle firme in favore della Chiesa Cattolica per l’8×1000. Il fatto che lo Stato stesso si sia inserito nella serie di possibili destinatari forse spiega questa diminuzione ed è una decisione un po’ singolare, forse anche non del tutto giusta, perché queste risorse dovrebbero essere destinate ad attività diverse da quelle proprie dello Stato». Tutte le risorse sopra citate in ogni caso sono state pari, nel periodo esaminato, a 66.532.848 euro, destinate per il 42,7% al sostegno di attività e progetti sul territorio tramite la gestione diretta di opere e l’erogazione di contributi per finalità specifiche. Rispetto agli ultimi due esercizi il saldo di gestione risulta positivo di 352.960 euro. A riprova della particolare attenzione per le attività sul territorio, si segnala infine la prevalenza di spesa legata a carità e assistenza (oltre 16.3 milioni di euro).

Crescono poi pure i numeri sulle parrocchie. Le entrate complessive sono state pari nel 2023 a 270.277.626 euro (con un incremento del 13% rispetto al 2022), destinate per il 66% (oltre 177 milioni) per attività pastorali ordinarie, ovvero l’ambito tipico della vita delle parrocchie e della loro missione. E come anticipato le risorse provengono in massima parte (67,3%) da offerte e collette per attività pastorali ordinarie. Parliamo di quasi 182 milioni di euro. Ogni abitante della Diocesi offre in un anno 32,7 euro. Le uscite invece ammontano a 245.899.575 milioni di euro. Il saldo entrate/uscite è dunque positivo, pari a 24.378.051 milioni di euro: nel bilancio precedente si toccavano solo i 12 milioni.

Venendo alle scuole parrocchiali, nella Diocesi di Milano si tratta prevalentemente di scuole dell’infanzia. In tutto sono 627 scuole. 202 istituti sono gestiti direttamente dai parroci, mentre i restanti 425 sono guidati da religiosi, da cooperative o da fondazioni cattoliche. «Questi numeri sottolineano una presenza significativa delle parrocchie che sono accanto alle famiglie in un momento storico dove i rapporti familiari sono sempre più delicati. Il ruolo pastorale diventa sempre più significativo. Ma i problemi sono tanti: spesso un unico parroco gestisce fino a 5 scuole», ha concluso don Fabio Landi, responsabile del Servizio per la Pastorale scolastica.