Quest’anno abbiamo fatto le ferie a luglio e ad agosto siamo a casa. Domenico, 14 anni, passa tutto il giorno alla Play: a casa non c’è nessuno e allora sta appiccicato ai videogiochi. Non c’è verso di fargli fare qualcosa di scuola, naturalmente, tanto più che a settembre inizierà le superiori; dice che deve godersi l’unica estate senza compiti. Io e mio marito siamo tutto il giorno al lavoro e non possiamo proporgli di fare qualcosa insieme. Secondo me è molto annoiato.

RACHELE

L’estate è un tempo speciale, sospeso, vacante. Libero dagli impegni ordinari, un vuoto da riempire. Che sconfina facilmente nella noia, cioè nell’inerzia e nell’insoddisfazione. I nostri ragazzi, abituati fin da piccoli alla iperstimolazione delle famiglie e dei contesti di crescita, fanno fatica a gestire la noia in modo creativo. Delegano le soluzioni creative agli altri, come agli inventori dei videogiochi, il cui effetto ipnotico consente di trascorrere le ore e arrivare a sera. Non molto diversamente da quando, qualche anno fa, i ragazzi stavano davanti alla Tv e, facendo zapping, stagionavano sui divani del salotto. L’importante è che anche i genitori non si facciano irretire da questo senso di torpore che si trasforma in impotenza. Pur riconoscendo che non è facile, a causa soprattutto della prevedibile opposizione dei ragazzi, li si può attivare in modi diversi. Lasciando al mattino alcuni compiti casalinghi da svolgere durante la giornata. Oppure provando a pensare insieme come sarà il nuovo anno scolastico e affidando a Domenico incarichi in questo senso. Già ora si possono acquistare i libri della nuova scuola, magari usati e più economici. Si può iniziare a ricoprirli, a trovare uno spazio nella biblioteca, mettendo via o rivendendo quelli delle medie. Il passaggio dalle medie alle superiori porta talvolta a un ripensamento degli impegni, a cambiamenti nelle attività sportive. Cambiamenti che vanno previsti e pensati magari già ora. Al di là degli stimoli che i genitori possono dare, però, è soprattutto necessario uno sforzo educativo per riflettere insieme su alcune cose. Come riconoscere che l’estate è un tempo speciale: per ogni tempo, occorre provare a capire che cosa ci porta di nuovo e se ne facciamo buon uso. La noia non è necessariamente un male, se consente una riflessione sul tempo pieno dell’anno ordinario: tempo di attività e di crescita. E durante l’estate? Chiedete a Domenico che cosa può portare con sé durante l’anno di questo tempo dedicato al riposo. Ricordandogli che le abitudini acquisite in queste settimane non possono essere estese al mese di settembre.