Sì, le ho dato una sberla: dopo 15 anni di matrimonio. All’inizio le ho chiesto scusa in modo “formale”, ma dentro di me sapevo che se la meritava: stava facendo una scena isterica, mi insultava, era diventata feroce. La mia sberla l’ha lasciata incredula. Lentamente si è come “ritirata”, dice che non si fida più di me. Le ho giurato che non succederà più. Voglio che non succeda mai più. Potrà bastare?

CARLO

Nessuna donna al mondo merita una sberla, qualunque cosa faccia; e aggiungiamo che usare i muscoli, da parte di un maschio, è segno di viltà e di debolezza. Questo diciamo in modo esplicito perché quanto stiamo per dire non sia equivocato (riceviamo a volte lettere che ci fanno pensare di non esserci espressi bene... come quando abbiamo parlato di prostituzione). Detto questo, veniamo alla tua amarissima lettera: tu hai già fatto un pezzo di strada, Carlo! Tu ammetti che, nonostante la formale richiesta di scuse, dentro di te ti davi ragione, anzi che la tua sberla era... meritata: una moglie isterica bisogna fermarla! E aggiungi, con legittimo dolore, che il vostro bambino nella sua cameretta avrebbe potuto sentire. E già questo, come tu sai, è una cattiva partenza: agire in una relazione tirandosi fuori, sostenendo che lei/lui è fatto così, è proprio... non scientifico (si veda il nostro testo Ben-essere in famiglia), infatti ci sei dentro anche tu, Carlo, nel tirar fuori la sua terribile irascibilità. Ora lei è diventata quasi muta, come dici tu in modo molto efficace “ritirata”: lei non si fida più di te. Ma tu ti fidi di te stesso?
Il cammino è lungo, Carlo: tra le righe ci dici che sei tu a questo punto a non fidarti più di te stesso. E fai bene. Non ci pare sufficiente che tu dica a lei di non volerla più picchiare. Lo devi dire a te stesso: per la tua dignità. Sei tu che devi imparare a non giustificare la tua aggressività. Se ti lasci prendere dall’ira, se ti dici “quando ci vuole, ci vuole”, allora la tua aggressività spunterà ancora. E perfino quando meno te l’aspetti. Forse puoi cercare aiuto in questa impresa difficile e sana. Ma soprattutto puoi cominciare a perdonare te stesso. La prima misericordia, infatti, si può esercitare verso sé stessi! Con altrettanta forza consigliamo a tua moglie di ripensare a quanto il suo agire fosse provocatorio.