Joseph Ratzinger festeggia novant’anni. La narrazione della sua esistenza ci aiuta a ripercorrere quasi un secolo di storia rendendoci conto del graduale arricchirsi e allargarsi della sua esperienza personale, culturale ed ecclesiale. Dalla vita familiare serena nei piccoli centri della natia Baviera, alla tragedia immane della guerra mondiale; alla vocazione e alla formazione sacerdotale; alla scoperta meravigliosa delle profondità della riflessione sulla fede; al gusto dell’insegnamento della teologia; alla chiamata a dare un contributo importantissimo al Concilio, partecipandovi in dialogo con i maggiori teologi del tempo; al governo pastorale di una grande diocesi, Monaco di Baviera; alla collaborazione con Giovanni Paolo II per oltre vent’anni, nel suo magistero dottrinale e morale, per aiutare la comunità della Chiesa a comprendere, pensare e conservare correttamente la sua fede; alla chiamata più alta e impegnativa, quella della guida della comunità universale dei fedeli…

 

Il pensiero di Joseph Ratzinger si sviluppa nella direzione della profondità e della consapevolezza delle sfide del contesto culturale odierno, ma allo stesso tempo il suo orizzonte si allarga progressivamente in ampiezza, fino a diventare universale e onnicomprensivo: l’esperienza vissuta del Concilio, la responsabilità della Congregazione per la dottrina della fede, vicino al Papa, fanno sì che il teologo Ratzinger abbia una visione sempre più chiara delle domande e delle attese spirituali più fondamentali e urgenti dell’umanità e della Chiesa del nostro tempo. Di qui l’orientamento e le preoccupazioni del Magistero di Benedetto XVI, chiaramente segnato dal primato di Dio e dal rischio drammatico del suo oblio nella società contemporanea, concentrato infine sulla fede dei credenti e quindi sulla ricerca del volto di Gesù, rivelazione di Dio per ogni uomo, per ogni donna di ogni tempo e luogo. Siamo così al cuore della missione della Chiesa, quindi del servizio del Papa.

 

Mi pare che non si sia ancora messo sufficientemente in rilievo che la conclusione del pontificato coincide praticamente con la conclusione della trilogia di Benedetto XVI su Gesù. Questa trilogia – come egli ha detto – non è propriamente opera di magistero, ma frutto della sua personale ricerca del volto vivo di Gesù. Ma egli era il Papa che «conferma i suoi fratelli»: la sua ricerca e la sua testimonianza personale di fede non può essere separata dal suo servizio ecclesiale e ha un valore immenso per tutta la Chiesa. Il teologo Joseph Ratzinger, che alla fine è stato chiamato a essere il papa Benedetto XVI, compie l’unica e unitaria missione della sua vita cercando il volto vivo di Gesù e aiutando tutti a incontrarlo.


I VIAGGI AI CONFINI DEL MONDO
E questo è ciò che continua a fare anche ora, nella preghiera, nel silenzio del Convento Mater Ecclesiae. Naturalmente ci sono molti aspetti ed eventi del pontificato che vengono ricordati in una biografia come questa. Ci sono ad esempio quelli dei viaggi nei diversi continenti o quello – a mio avviso estremamente significativo – dell’impegno di purificazione della Chiesa provata dal male degli abusi sessuali; ci sono anche i momenti difficili, già abbondantemente noti dalle cronache degli anni passati. Ma mi sia permesso di insistere che l’utilità maggiore di una biografia complessiva non mi sembra tanto quella della moltiplicazione delle curiosità o di particolari che con il tempo diventeranno sempre più marginali, quanto quella di aiutarci a capire qual è il senso più profondo della vita che si racconta. E dato che questa biografia è atta anche con le immagini, per comprenderlo invito ancora una volta a guardare il volto di Joseph Ratzinger, i suoi occhi. Sono quelli di qualcuno che cerca la verità e che la intuisce. E noi ne cogliamo il riflesso nei suoi occhi e lo abbiamo colto tante volte nelle sue parole. E alla fine questa Verità risplende – per lui e per noi – nel volto di Gesù.