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Fallito il tentativo di cambiare in Giappone una legge vecchia, datata e considerata profondamente ingiusta che impone di cambiare cognome col matrimonio. Si tratta, secondo chi ha cercato di abrogarla, di una norma antica e anacronistica che ha avuto una sola modifica: col matrimonio le coppie possono scegliere quale dei due cognomi utilizzare entrambi. Uno dei due è comunque destinato a perderlo. Ma resta il fatto che per ora il 96% delle coppie sceglie quello del marito. e così le donne giapponesi sono costrette a dimenticare il cognome della famiglia d'origine e utilizzare quello del marito anche al lavoro.
Recentemente è stato quindi chiesto alla Corte suprema del Paese di abrogare la legge e far sì che i due sposi possano mantenere ciascuno il proprio cognome. Richiesta respinta. Secondo i giudici dover perdere il proprio cognome e assumerne uno nuovo non è discriminatorio per le donne, anzi: «aiuta a identificarsi come parte di una famiglia».
Attenti però a non giudicare frettolosamente il Giappone come medioevale e maschilista senza prima controllare in quanti altri paesi la situazione è simile. Nella vicina Svizzera solo dal 2013 è possibile per le mogli scegliere diverse opzioni, cioè decidere di tenere ognuno il proprio cognome o sceglierne uno solo per entrambi. Così in Germania dove è automatico che la donna cambi cognome e prenda ufficialmente quello della famiglia dello sposo. Non a caso la cancelliera Merkell porta il cognome addirittura del primo marito. Ancora adesso in Ungheria ed in Lituania le donne sposate sono chiamate con il cognome e il nome del marito seguiti da un suffisso. E ricordiamoci che Hilary Clinton si candida alla presidenza degli Stati Uniti portando lo stesso cognome del marito Bill. Nella modernissima America è infatti possibile scegliere come chiamarsi ma la maggior parte delle donne prende quello del marito e lo mantiene anche dopo il divorzio.
In Italia, infine, norme molto più moderne. La legge prevede che la moglie conservi il suo cognome di nascita e che il cognome del marito non venga riportato in nessun documento. Possono far aggiungere nei documenti ufficiali la dicitura "coniugata XXX" e se invece vogliono cambiare del tutto il cognome devono fare richiesta al Ministero dell'interno. Certo, nella vita quotidiana usano il cognome del marito quando si presentano come come madri dei loro figli. A parte quelle che per motivi di opportunismo preferiscono mantenere un cognome famoso anche dopo il divorzio... Ma è tutta un'altra storia.



