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Matteo Salvini con Giorgia Meloni
L’insinuazione che l’ex ministra Elsa Fornero, eponima della riforma che i leghisti avevano trasformato nella legge più odiata dai tempi della tassa sul macinato, si sia reincarnata nell’attuale ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è un’idea suggestiva, ma infondata. Affascinante come tutte le teorie spiritiche, però va respinta. Il governo Meloni infatti sulle pensioni ha fatto molto peggio della Fornero anzi, come spiega l’eponima in persona dalle colonne della Stampa, l’ha inasprita: dalle finestre di uscita, che di fatto rendono i pensionati esodati anche per sei mesi, fino all’età minima di 70 anni per l’incremento delle pensioni per chi è in difficoltà; dalle restrizioni per l’uso della laurea riscattata ai fini contributivi per uscire prima dal mondo del lavoro all’adeguamento dell’aspettativa di vita. Tutto necessario peraltro, commenta la Fornero (lo aveva fatto anche in un’intervista per Famiglia Cristiana) solo che si strizza l’occhio a possibili rientri nel futuro, giusto per non fare arrabbiare più di tanto pensionati e pensionandi. La contro-riforma non c’è stata, è il verdetto implacabile. Giorgetti ha preso la Fornero e l’ha migliorata. Nel senso in cui si “migliora” una dieta togliendo anche l’acqua. Anzi, conclude l’ex ministra che in questi giorni si sta levando, più che un sassolino, una montagna di ghiaia dalla scarpa, «l’inganno non è minore quando è furbescamente nascosto nelle complessità del linguaggio normativo: si fa finta di introdurre allentamenti alle restrizioni, e perciò di essere generosi, quando in realtà si approveranno misure che restringono i requisiti senza dirlo apertamente». Pensare che non si contano le volte in cui Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ovvero del partito cui appartiene, dettaglio sempre da ricordare, l’attuale ministro dell’Economia Giorgetti, ha promesso di azzerare la legge Fornero. Perché la Lega, negli anni, sulla legge Fornero ha costruito un genere letterario: la promessa reiterata.
«Cancelleremo la legge Fornero, è disumana».(1 luglio 2018, Pontida, raduno annuale della Lega).
«Mio primo impegno di governo è cancellare la legge Fornero» (1 marzo 2018, Milano, studi La7 – trasmissione “Otto e mezzo”).
«Primo provvedimento? Azzeramento della legge Fornero, per tutelare giovani e pensionati» (27 febbraio 2018, Roma, dichiarazione via Twitter/X durante la campagna elettorale).
«La legge Fornero va cancellata e sostituita con Quota 41» (settembre 2022, comizi elettorali della Lega, diverse piazze italiane (dichiarazione social).
«Nulla e nessuno ci fermerà sulla riforma della legge Fornero» (9 ottobre 2018, Roma, dichiarazione riportata da ANSA durante il governo Conte).
«Azzerare la legge Fornero: se vinciamo le elezioni e non lo facciamo siete liberi di spernacchiarmi»; 25 agosto 2022, Capitello (Salerno), comizio elettorale;
«Aboliremo la legge Fornero»; 2018–2022, conferenze stampa e video social, varie località.
Anche Giorgia Meloni, che nel 2011, al tempo del governo Monti e del ministro Fornero, stava all’opposizione insieme alla Lega, votò contro la riforma.
Dunque in attesa di ascoltare un pernacchio liberatorio alla Totò levarsi da Bolzano a Marsala, che sarebbe almeno di conforto, non resta che assistere all’allontanamento del miraggio pensionistico per milioni di italiani e del sostanziale “stallo” di milioni di giovani (il 20 per cento, certifica il Censis) alle porte del mercato del lavoro.





