Resterà a lungo nella memoria l’immagine di quel gruppo di studenti dell’Università Carolina di Praga in bilico su un cornicione per sfuggire alle pallottole sparate da David Kozak, 24 anni, ceco, studente della stessa università. Kozak, giovedì 20 dicembre, aveva ucciso il padre in mattinata, in un paese a una trentina di chilometri dalla capitale. Poi si è diretto a Praga, è salito sul tetto della facoltà di Filosofia dell'Università Carolina e ha iniziato a sparare all'impazzata uccidendo 14 persone e ferendone 25. Tra le vittime c’è Lenka Hlavkova, direttrice della Facoltà di Musicologia dell’ateneo. Tre dei feriti sono stranieri, di nazionalità olandese ed emiratina. Ormai braccato, con i poliziotti che ormai gli venivano incontro da tutte le direzioni, Kozak si è poi suicidato.

"Mi presento, mi chiamo David e voglio fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarmi... ho sempre voluto uccidere, pensavo che sarei diventato un maniaco in futuro" ma "ho realizzato che era molto più conveniente fare una strage di massa invece di essere un serial killer", scriveva sul social Kozak. Il  17 dicembre scorso postava: "Odio il mondo e voglio lasciare quanto più dolore possibile". Ora la polizia sospetta che Kozak possa essere l’autore anche di un duplice omicidio compiuto la settimana scorsa nella foresta di Klanovicky, dove sono stati ritrovati i corpi di un uomo e della figlia di appena due mesi.

Nei suoi messaggi su Telegram il killer aveva scritto  di essersi ispirato ad Alina Afanaskina, una ragazzina russa di 14 anni che a inizio dicembre ha sparato a un compagno di classe, ferito altre cinque persone e poi si è sparata. Fonte di ispirazione anche un altro episodio: la sparatoria in una scuola a Kazan, in Tatarstan, nel maggio 2021 quando furono uccise nove persone, tra cui sette studenti, e ferite più di 20.

"Non c'è alcuna indicazione che questo crimine abbia qualche collegamento con il terrorismo internazionale", ha affermato il ministro dell'Interno ceco Vit Rakusan."Siamo tutti scioccati da questo atto orribile ed è difficile trovare parole per esprimere da un lato la condanna e dall'altro il dolore e il risentimento che l'intera società prova in questi giorni pre-natalizi", ha detto il primo ministro Petr Fiala. Il presidente ceco Petr Pavel ha lanciato un appello all'unità e sabato 23 dicembre è stato dichiarato giorno di lutto nazionale.