Di solito, si discute, e ci si divide, su chi va punito ma è più raro che ci si indigni su chi va premiato. Purtroppo, in questo caso, indignarsi è sacrosanto, dinanzi al cosiddetto Respect Fair Play, la classifica dell’Uefa, che premia con un posto in più, nelle Coppe europee, le nazioni, che si sono comportate meglio, da un punto di vista etico-sportivo.
Precisiamo subito che questa scelta dipende dai seguenti criteri: gioco leale, rispetto degli avversari, rispetto per l’arbitro, comportamento dei tifosi e dei funzionari dei club, ammonizioni ed espulsioni. Ora, nessuno mette in dubbio, trattandosi di una valutazione matematica, che, sul campo, in 110 partite disputate, le squadre olandesi siano state benemerite. Ma avete letto bene: si parla anche di comportamento dei tifosi.
Abbiamo ancora negli occhi la devastazione di Roma, da parte degli hooligans olandesi, in occasione di Roma-Feyenoord, nello scorso febbraio, con danni per oltre un milione di Euro. Giustificarsi, dicendo che quei fatti non riguardando il calcio, essendo avvenuti al di fuori dallo stadio, sarebbe come dire che la morte del povero Ciro Esposito è un evento, che non c’entra con le tifoserie di Napoli e Roma.
L’invito, che rivolgo all’Uefa, è o togliere i tifosi dai parametri di giudizio, oppure rendersi conto che il peggio, da parte dei violenti, avviene ormai lontano dagli impianti di gioco, per cui i criteri sono decisamente antiquati.


