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Prima o poi, tutti noi dobbiamo fare i conti con la presbiopia e trovarci, così, a dover inforcare un paio di occhiali per leggere, scrivere, lavorare al computer. Attività che esigono si veda bene da vicino. La presbiopia non è una malattia, ma un fenomeno normale legato all’invecchiamento e, con l’aumento della età media della popolazione, sta diventando il problema visivo più diuso in Italia e non solo. Il professor Giorgio Lofoco, direttore del reparto di Oculistica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma, ospite della trasmissione di Tv2000 Il mio medico, spiega la diagnosi e le tecniche innovative per curare questo difetto e vedere in maniera corretta.
In che cosa consiste questo difetto?
«La presbiopia rappresenta la progressiva perdita di funzionalità del complesso sistema (pupilla, cristallino, muscolo ciliare) deputato alla idonea messa a fuoco di ciò che si pone al di sotto dei 30-60 centimetri dai nostri occhi».
Come si può presentare a livello visivo la presbiopia? Quali i sintomi?
«Normalmente, è la lettura faticosa di un libro, di un quotidiano, di un giornale che avverte dell’iniziale dfficoltà della messa a fuoco. La ricerca di più luce o le maggiori difficoltà in presenza di scarsa illuminazione, sono i sintomi chiari di presbiopia. La lacrimazione o l’arrossamento oculare sono conseguenze dello sforzo che viene compiuto per raggiungere un’adeguata nitidezza».
Quando si manifesta il disturbo?
«Nelle persone che hanno sempre visto bene da lontano, i primi sintomi compaiono già intorno ai 42 o 45 anni di età».
Perché è importante effettuare una visita oculistica dopo una certa età, prima comunque di acquistare lenti per la visione da vicino?
«I primi segnali della presbiopia corrispondono, in termini di età, alla possibile insorgenza di malattie oculari che, se diagnosticate in tempo nel corso di una visita oculistica completa, cambiano totalmente il decorso e la pericolosità delle stesse (glaucoma, cataratta, diabete). Sottoporsi a una visita oculistica tra i 40 e i 45 anni è, di conseguenza, molto costruttivo ai fini della prevenzione di patologie davvero invalidanti».
In che modo si deve svolgere una visita oculistica e quali sono gli strumenti a nostra disposizione?
«La visita oculistica inizia con un’accurata misurazione della vista (strumentale e soggettiva). Si passa poi alla valutazione della pressione oculare (tonometria secondo Goldman) e all’esame del fondo oculare, eseguito dopo dilatazione pupillare (con gocce) con lenti adeguate o strumenti fotografici panoramici».
Quali sono i trattamenti classici per la correzione della presbiopia?
«La correzione più classica di questo difetto avviene attraverso lenti tempiali (occhiali) o lenti a contatto bifocali».
Esistono trattamenti più innovativi ed efficaci?
«C’è la possibilità di sottoporsi a diversi interventi chirurgici o laser che consentono teoricamente di risolvere il problema della presbiopia. In pratica, però, le procedure sono a volte invasive e spesso non definitive e soddisfacenti. I progressi sono stati notevoli, ma l’intervento ideale, ripetibile ed efficace per sempre non è stato ancora denito. Di recente, è stata presentata una metodica non invasiva che cerca di rallentare i sintomi presbiopici iniziali. I soggetti che rispondono meglio a questa nuovissima terapia sono quelli che non hanno difetti visivi importanti da lontano (ipermetropia o miopia) e che hanno un età compresa tra 40 e 50 anni. Il trattamento si effettua applicando una lente a contatto sclerale con quattro elettrodi posizionati in corrispondenza del muscolo. La lente è successivamente collegata a un elettrostimolatore che trasmette piccoli impulsi elettrici al muscolo, stimolandone passivamente la contrazione. Una seduta di allenamento del muscolo ha una durata di circa otto minuti. Dopo 12 ore, il paziente riprende a leggere senza occhiali. Essendo una ginnastica passiva del muscolo, l’elettrostimolazione va ripetuta periodicamente secondo schemi personalizzati che scaturiscono dall’analisi della forza muscolare e dall’età del soggetto».
In che cosa consiste questo difetto?
«La presbiopia rappresenta la progressiva perdita di funzionalità del complesso sistema (pupilla, cristallino, muscolo ciliare) deputato alla idonea messa a fuoco di ciò che si pone al di sotto dei 30-60 centimetri dai nostri occhi».
Come si può presentare a livello visivo la presbiopia? Quali i sintomi?
«Normalmente, è la lettura faticosa di un libro, di un quotidiano, di un giornale che avverte dell’iniziale dfficoltà della messa a fuoco. La ricerca di più luce o le maggiori difficoltà in presenza di scarsa illuminazione, sono i sintomi chiari di presbiopia. La lacrimazione o l’arrossamento oculare sono conseguenze dello sforzo che viene compiuto per raggiungere un’adeguata nitidezza».
Quando si manifesta il disturbo?
«Nelle persone che hanno sempre visto bene da lontano, i primi sintomi compaiono già intorno ai 42 o 45 anni di età».
Perché è importante effettuare una visita oculistica dopo una certa età, prima comunque di acquistare lenti per la visione da vicino?
«I primi segnali della presbiopia corrispondono, in termini di età, alla possibile insorgenza di malattie oculari che, se diagnosticate in tempo nel corso di una visita oculistica completa, cambiano totalmente il decorso e la pericolosità delle stesse (glaucoma, cataratta, diabete). Sottoporsi a una visita oculistica tra i 40 e i 45 anni è, di conseguenza, molto costruttivo ai fini della prevenzione di patologie davvero invalidanti».
In che modo si deve svolgere una visita oculistica e quali sono gli strumenti a nostra disposizione?
«La visita oculistica inizia con un’accurata misurazione della vista (strumentale e soggettiva). Si passa poi alla valutazione della pressione oculare (tonometria secondo Goldman) e all’esame del fondo oculare, eseguito dopo dilatazione pupillare (con gocce) con lenti adeguate o strumenti fotografici panoramici».
Quali sono i trattamenti classici per la correzione della presbiopia?
«La correzione più classica di questo difetto avviene attraverso lenti tempiali (occhiali) o lenti a contatto bifocali».
Esistono trattamenti più innovativi ed efficaci?
«C’è la possibilità di sottoporsi a diversi interventi chirurgici o laser che consentono teoricamente di risolvere il problema della presbiopia. In pratica, però, le procedure sono a volte invasive e spesso non definitive e soddisfacenti. I progressi sono stati notevoli, ma l’intervento ideale, ripetibile ed efficace per sempre non è stato ancora denito. Di recente, è stata presentata una metodica non invasiva che cerca di rallentare i sintomi presbiopici iniziali. I soggetti che rispondono meglio a questa nuovissima terapia sono quelli che non hanno difetti visivi importanti da lontano (ipermetropia o miopia) e che hanno un età compresa tra 40 e 50 anni. Il trattamento si effettua applicando una lente a contatto sclerale con quattro elettrodi posizionati in corrispondenza del muscolo. La lente è successivamente collegata a un elettrostimolatore che trasmette piccoli impulsi elettrici al muscolo, stimolandone passivamente la contrazione. Una seduta di allenamento del muscolo ha una durata di circa otto minuti. Dopo 12 ore, il paziente riprende a leggere senza occhiali. Essendo una ginnastica passiva del muscolo, l’elettrostimolazione va ripetuta periodicamente secondo schemi personalizzati che scaturiscono dall’analisi della forza muscolare e dall’età del soggetto».



