Le parole di papa Bergoglio sulla difesa dei poveri e sulle accuse per questo di essere comunista richiamano quelle di monsignor Helder Camara, arcivescovo di Olinda e Recife. “Quando io do da mangiare a un povero”, commentava il grande pastore che aveva trascorso la gran parte della sua vita tra gli ultimi delle favelas, nelle periferie del mondo, “tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista”. Può succedere a chi difende i diritti di chi non ha diritti, o ne ha meno degli altri, a chi fa sentire la voce di chi non ha voce. Fatte le debite proporzioni con questi due giganti della fede, capitò persino a noi, colpevoli di criticare i provvedimenti legislativi del Governo Berlusconi su immigrazione e sicurezza.
L’epiteto veniva brandito come una mazza, con la stessa foga con cui nelle assemblee sessantottine e nei comitati centrali del Pci si dava del fascista a chi contestava la linea dei capetti o del segretario. E non era un caso, poiché spesso gli autori del “dagli al comunista” - politici, giornalisti, commentatori, direttori di giornale - erano ex comunisti veri o ex sessantottini che dopo la caduta del muro avevano fatto il salto della quaglia accasandosi sotto le ali benevole del Cavaliere. Famiglia Cristiana invece, prima della caduta del muro, portava avanti la sua militanza anticomunista e mandava i suoi inviati con la valigia carica di Bibbie nelle parrocchie cattoliche clandestine, a rischio dell’arresto. Il Giornale e Libero con questo giochetto del comunista ci marciarono per anni. Tra i politici ci piace ricordarne uno per tutti, quel Sandro Bondi, ministro per i Beni e le Attività culturali, che era stato fervente marxista, già sindaco comunista di Fivizzano, in provincia di Massa Carrara. Per lui Famiglia Cristiana esprimeva "opinioni su questioni politiche e sociali che riflettono una cultura che sbrigativamente viene definita cattocomunista. Non capisco perché il suo direttore neghi scandalizzato questa accusa”.
Ed è probabile che queste accuse ridicole e un po' sgangherate possano ritornare, perché inevitabilmente continueremo a difendere i diritti degli ultimi, con totale libertà di giudizio, stando più vicini ai poveri che ai ricchi. E' il prezzo della nostra libertà. Gli ex comunisti se ne facciano una ragione.
L’epiteto veniva brandito come una mazza, con la stessa foga con cui nelle assemblee sessantottine e nei comitati centrali del Pci si dava del fascista a chi contestava la linea dei capetti o del segretario. E non era un caso, poiché spesso gli autori del “dagli al comunista” - politici, giornalisti, commentatori, direttori di giornale - erano ex comunisti veri o ex sessantottini che dopo la caduta del muro avevano fatto il salto della quaglia accasandosi sotto le ali benevole del Cavaliere. Famiglia Cristiana invece, prima della caduta del muro, portava avanti la sua militanza anticomunista e mandava i suoi inviati con la valigia carica di Bibbie nelle parrocchie cattoliche clandestine, a rischio dell’arresto. Il Giornale e Libero con questo giochetto del comunista ci marciarono per anni. Tra i politici ci piace ricordarne uno per tutti, quel Sandro Bondi, ministro per i Beni e le Attività culturali, che era stato fervente marxista, già sindaco comunista di Fivizzano, in provincia di Massa Carrara. Per lui Famiglia Cristiana esprimeva "opinioni su questioni politiche e sociali che riflettono una cultura che sbrigativamente viene definita cattocomunista. Non capisco perché il suo direttore neghi scandalizzato questa accusa”.
Ed è probabile che queste accuse ridicole e un po' sgangherate possano ritornare, perché inevitabilmente continueremo a difendere i diritti degli ultimi, con totale libertà di giudizio, stando più vicini ai poveri che ai ricchi. E' il prezzo della nostra libertà. Gli ex comunisti se ne facciano una ragione.


