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Non è facile rispondere a questa domanda senza fare delle precise distinzioni. Certamente il cervello usa come carburante preferenziale lo zucchero (circa 120 grammi al giorno) e i muscoli possono sfruttare i grassi solo quando l’intensità dello sforzo è bassa, ma devono ricorrere agli zuccheri quando i ritmi sono più elevati. In verità ogni cellula del nostro organismo, in specifiche condizioni, necessita di zuccheri.
La domanda che ci dobbiamo porre però è se questi alimenti necessari al corpo debbano provenire da dolci, bevande, biscotti, merendine, succhi e una massiccia dose di pasta e pane. Ovviamente non è così. Lo zucchero necessario alle cellule viene fornito in realtà dal fegato che processa e metabolizza gli alimenti che noi assumiamo con la dieta. Se l’uomo avesse bisogno di zollette di zucchero, difficilmente avrebbe potuto sopravvivere in epoche in cui i dolci a disposizione erano davvero scarsi se non del tutto assenti. Le fonti naturali di zuccheri per l’uomo sono verdure e frutta che forniscono modiche quantità di zuccheri, molta fibra, vitamine e antiossidanti. Questi alimenti, assieme a proteine e grassi provenienti dalla caccia, sono state le fonti principali di nutrienti nel corso della nostra storia evolutiva. Circa 10.000 anni fa l’uomo ha imparato ad allevare e coltivare e si è trasformato da nomade raccoglitore-cacciatore in stanziale agricoltore-allevatore. Questo cambiamento ha permesso di sfamare una popolazione crescente grazie all’introduzione di nuovi alimenti come il latte e i suoi derivati e soprattutto i cereali, ricchi di amido ed energia.
Fino a epoche recenti i cereali utilizzati nella dieta erano però del tutto integrali e quindi in grado di apportare una notevole quantità di fibra e vitamine senza alterare pesantemente la glicemia come fanno invece gli zuccheri semplici. Con l’avvento della rivoluzione industriale si è invece diffusa l’abitudine a utilizzare quasi esclusivamente le versioni raffinate dei cereali (pasta, pane, riso) a cui si è aggiunta una diffusione senza precedenti di alimenti ricchi di zucchero.
L’uso sempre più frequente di questi cibi sollecita eccessivamente i meccanismi di regolazione della glicemia. Ne consegue un’esagerata produzione di insulina, un ormone che non deve essere prodotto in eccesso perché, altrimenti, può portare alla comparsa del diabete mellito tipo II, al sovrappeso, all’aumentato rischio di patologie cardiocircolatorie e perfino oncologiche. È bene quindi ridurre al minimo il consumo di zuccheri e dolci e sostituire i cereali bianchi nella propria dieta con le versioni al 100 per cento integrali.
Esiste una situazione però in cui concedersi zuccheri puri è possibile e in un certo senso anche utile. Dopo un intenso sforzo fisico le scorte nei muscoli e nel fegato sono esaurite completamente. In questa situazione l’assunzione di zuccheri non sarà dannosa, ma anzi favorirà il ripristino delle scorte energetiche muscolari. Inoltre, l’aumentata secrezione di insulina indotta dall’assunzione di zuccheri ha in questo caso anche un’azione favorevole sulla riparazione muscolare, in quanto favorisce anche l’entrata nel muscolo di aminoacidi necessari per il recupero.
Il problema dell’eccesso viene spesso sottovalutato. Senza voler drammatizzare, vanno però tenuti in considerazione gli allarmi lanciati da vari ricercatori. Uno tra tutti è stato riportato recentemente sulla prestigiosa rivista Nature con il titolo “La verità tossica sullo zucchero”. Gli autori attribuiscono all’eccessivo consumo di zucchero un valore tossico simile a quello dell’alcol e lo mettono in relazione a varie patologie tra cui diabete, obesità, malattie cardiocircolatorie e alcune forme di tumore. Una particolare attenzione va riservata alle bibite capaci di apportare notevoli quantità di zucchero senza aumentare la sazietà, come avviene invece con gli alimenti solidi, e all’abuso nei bambini che in Italia risultano essere particolarmente sovrappeso rispetto ad altri Paesi. Circa il 20 per cento dei bambini di 8-9 sono infatti sovrappeso e circa il 10 per cento è obeso. Il 41 per cento dei bambini di quell’età consuma abitualmente bevande troppo dolci. C’è da riflettere. (Per ulteriori informazioni si veda il prossimo). numero.
La domanda che ci dobbiamo porre però è se questi alimenti necessari al corpo debbano provenire da dolci, bevande, biscotti, merendine, succhi e una massiccia dose di pasta e pane. Ovviamente non è così. Lo zucchero necessario alle cellule viene fornito in realtà dal fegato che processa e metabolizza gli alimenti che noi assumiamo con la dieta. Se l’uomo avesse bisogno di zollette di zucchero, difficilmente avrebbe potuto sopravvivere in epoche in cui i dolci a disposizione erano davvero scarsi se non del tutto assenti. Le fonti naturali di zuccheri per l’uomo sono verdure e frutta che forniscono modiche quantità di zuccheri, molta fibra, vitamine e antiossidanti. Questi alimenti, assieme a proteine e grassi provenienti dalla caccia, sono state le fonti principali di nutrienti nel corso della nostra storia evolutiva. Circa 10.000 anni fa l’uomo ha imparato ad allevare e coltivare e si è trasformato da nomade raccoglitore-cacciatore in stanziale agricoltore-allevatore. Questo cambiamento ha permesso di sfamare una popolazione crescente grazie all’introduzione di nuovi alimenti come il latte e i suoi derivati e soprattutto i cereali, ricchi di amido ed energia.
Fino a epoche recenti i cereali utilizzati nella dieta erano però del tutto integrali e quindi in grado di apportare una notevole quantità di fibra e vitamine senza alterare pesantemente la glicemia come fanno invece gli zuccheri semplici. Con l’avvento della rivoluzione industriale si è invece diffusa l’abitudine a utilizzare quasi esclusivamente le versioni raffinate dei cereali (pasta, pane, riso) a cui si è aggiunta una diffusione senza precedenti di alimenti ricchi di zucchero.
L’uso sempre più frequente di questi cibi sollecita eccessivamente i meccanismi di regolazione della glicemia. Ne consegue un’esagerata produzione di insulina, un ormone che non deve essere prodotto in eccesso perché, altrimenti, può portare alla comparsa del diabete mellito tipo II, al sovrappeso, all’aumentato rischio di patologie cardiocircolatorie e perfino oncologiche. È bene quindi ridurre al minimo il consumo di zuccheri e dolci e sostituire i cereali bianchi nella propria dieta con le versioni al 100 per cento integrali.
Esiste una situazione però in cui concedersi zuccheri puri è possibile e in un certo senso anche utile. Dopo un intenso sforzo fisico le scorte nei muscoli e nel fegato sono esaurite completamente. In questa situazione l’assunzione di zuccheri non sarà dannosa, ma anzi favorirà il ripristino delle scorte energetiche muscolari. Inoltre, l’aumentata secrezione di insulina indotta dall’assunzione di zuccheri ha in questo caso anche un’azione favorevole sulla riparazione muscolare, in quanto favorisce anche l’entrata nel muscolo di aminoacidi necessari per il recupero.
Il problema dell’eccesso viene spesso sottovalutato. Senza voler drammatizzare, vanno però tenuti in considerazione gli allarmi lanciati da vari ricercatori. Uno tra tutti è stato riportato recentemente sulla prestigiosa rivista Nature con il titolo “La verità tossica sullo zucchero”. Gli autori attribuiscono all’eccessivo consumo di zucchero un valore tossico simile a quello dell’alcol e lo mettono in relazione a varie patologie tra cui diabete, obesità, malattie cardiocircolatorie e alcune forme di tumore. Una particolare attenzione va riservata alle bibite capaci di apportare notevoli quantità di zucchero senza aumentare la sazietà, come avviene invece con gli alimenti solidi, e all’abuso nei bambini che in Italia risultano essere particolarmente sovrappeso rispetto ad altri Paesi. Circa il 20 per cento dei bambini di 8-9 sono infatti sovrappeso e circa il 10 per cento è obeso. Il 41 per cento dei bambini di quell’età consuma abitualmente bevande troppo dolci. C’è da riflettere. (Per ulteriori informazioni si veda il prossimo). numero.



